Ott 13

Rosatellum 2.0: è usurpazione del potere politico.

Il 19 ottobre p.v. a Roma lo grideremo forte e chiaro assieme a Niki Dragonetti alla conferenza stampa che si terrà alle ore 10:30 in Via Boncompagni 93 a cui aspettiamo i grandi media nazionali al gran completo. 

Il Rosatellum è un atto eversivo, l’ennesimo atto eversivo di questa maggioranza abusiva e reazionaria dedita solo allo smantellamento della sovranità popolare in favore del potere economico. Lo scopo della legge è chiaro, aggirare le sentenze della Consulta, ormai peraltro azzoppata dall’innesto di uomini della politica tra i suoi componenti, su italicum e porcellum e garantire nuovamente l’esistenza di un Parlamento di nominati asservito ai partiti e in cui una minoranza diventa maggioranza attraverso la distorsione del principio del voto eguale.

Ovviamente il partito, dall’abolizione del finanziamento pubblico, è a sua volta asservito ai suoi finanziatori privati di cui fa gli interessi ,ed ecco svelato come il potere economico assuma il controllo dei Parlamenti.

Stavolta per superare le pregresse censure della Consulta si punta (oltre ad un cambio di rotta della stessa avendo messo propri uomini in Corte) al maggioritario con il sistema dei collegi uninominali. La restante parte del Parlamento, il 65%, sarà invece eletto con sistema proporzionale ma a listini bloccati. I nominati infatti hanno una splendida caratteristica, tendono ad obbedire in cambio della rielezione che non dipende da altri che il partito di appartenenza, il quale come detto sopra a sua volta risponde alla finanza.

Lelio Basso già negli anni 50 commentava il colpo di Stato che sarebbe poi stato tentato con la cd. “Legge Truffa” con cui si tentava di superare il sistema proporzionale puro introdotto nel 1946 ed analizzava la genesi del Fascismo, genesi che si rivede integralmente nei fatti che oggi viviamo. Le sue parole durissime sono più attuali che mai e spiegano la realtà meglio di quanto lo possa fare io: 

“Oggi non si discute più, da parte di coloro che domandano l’abolizione della proporzionale, quale sia il sistema elettorale più adatto a far nascere un’assemblea che rifletta, come uno specchio, la fisionomia politica del Paese, ma al contrario quale sia il sistema elettorale che meglio consenta di deformare questa fisionomia nel Paese. Poiché il partito di maggioranza sa di essersi notevolmente indebolito e di non poter più sperare in una maggioranza assoluta tipo 18 aprile, nonostante le pressioni, le minacce, i ricatti, gli interventi esterni, i miracoli, ecc., esso si preoccupa di trovare un sistema che, falsando la volontà del Paese,. gli conservi quella maggioranza di cui non può più disporre. Il problema attorno a cui si arrovellano i cervelli democristiani è ormai soltanto questo: data una determinata situazione politica del Paese, in cui il governo non dispone più della maggioranza dei consensi, trovare la legge elettorale che gli dia egualmente la maggioranza dei seggi.

Come nel 1924, quando la rappresentanza proporzionale fu sostituita con la legge Acerbo, questo capovolgimento di indirizzo significa il capovolgimento dei principi su cui si fonda la democrazia parlamentare, la quale ha per presupposto appunto l’alternarsi delle maggioranze, cioè la possibilità data alla minoranza di diventare maggioranza, mentre le leggi elettorali basate sui cosiddetti “premi di maggioranza”, del tipo della legge Acerbo: o del tipo degli attuali studi democristiani, hanno invece lo scopo opposto di perpetuare la maggioranza esistente, di creare un blocco massiccio di deputati non sorretto da un’adeguata forza nel Paese, e perciò stesso di sopprimere la funzione democratica del Parlamento e annullare la vita democratica del Paese.

Nove mesi dopo le elezioni fatte con la legge Acerbo nasceva in Italia la dittatura fascista attraverso il colpo di forza del 3 gennaio, che la Camera, nata a sua volta da una legge antidemocratica, non poteva che avallare. Il che in altre parole vuol dire, oggi come ieri, che la soppressione della proporzionale indica la volontà del governo di passare dalla fase di democrazia parlamentare a quella di stato-regime (Proporzionale e democrazia parlamentare, 1952).

Se non bastasse Basso a farvi capire la realtà rammentiamo allora il vice Presidente dell’Assemblea, l’On. Umberto Tupini, che ci aiuta ad esempio a ricordare come: Punto centrale di tutto l’ordinamento è il Parlamento. Noi auspichiamo che il Parlamento possa, in avvenire, rappresentare per il nostro popolo come il palladio delle sue libertà e l’istituto senza il quale la democrazia è nome vano e artificioso. Anche il regime fascista parlava di democrazia ma il Parlamento era ridotto ad una smorfia ed a una contraffazione di se stesso”.

L’On. Meuccio Ruini invece nella relazione preparatoria al progetto di Costituzione, ancor più chiaramente, ribadiva quello che è il concetto cardine alla base della configurazione del reato di cui si dibatte: “La sovranità del popolo si esplica, mediante il voto, nell’elezione del Parlamento e nel referendum. E poiché anche il referendum si inserisce nell’attività legislativa del Parlamento, il fulcro concreto dell’organizzazione costituzionale è qui, nel Parlamento; che non è sovrano di per se stesso; ma è l’organo di più immediata derivazione del popolo; e come tale riassume in sé la funzione di fare le leggi e di determinare dirigere la formazione e l’attività di governo.

Dunque liberiamo una volta per tutte la mente da tutte quelle deformazioni imposte per via mediatica o culturale. Lo schema di democrazia Costituzionale, che piaccia o meno, non da spazio al concetto di governabilità né tantomeno a quello di stabilità tanto caro alle banche d’affari internazionali.

Anche semanticamente il termine governabilità non richiama altro, come elegantemente ricordato anche dall’ex Giudice della Corte Costituzionale Gustavo Zagrebelsky, che l’attitudine ad essere governati, governati appunto da gruppi di interesse di natura economica sovranazionali.

Nella logica Costituzionale una legge deve “passare” solo se la vuole il 50% più uno del popolo italiano, il Governo dunque esegue solo gli ordini del Parlamento e si pone semplicemente al vertice della Pubblica Amministrazione svolgendo il fondamentale ruolo esecutivo.

Naturale che nello schema Costituzionale, l’unica legge elettorale possibile, era il proporzionale puro perché solo con esso il voto è personale, diretto, libero ed uguale. Ora dovete solo domandarvi se volete la democrazia o credete che un dittatore o una ristretta oligarchia possa curare meglio i vostri interessi. Nel secondo caso fatevi curare, da uno bravo…

Il centro destra in queste ore guarda con favore a questa criminale deriva che sputa sulla sovranità popolare, pochi minuti fa ho visto un video di Claudio Borghi, a questo punto solo sedicente “sovranista”, che fa venire i brividi visto l’analfabetismo costituzionale che ha evidenziato e che lo hanno portato a dire che il Rosatellum a loro fa comodo, come se la legge elettorale dovesse essere questione di comodo…

Basso e gli altri Padri si rivolteranno certamente nella tomba per tutto questo a riprova che abbiamo soggetti completamente inadeguati ovunque. Non sanno ciò che fanno…

Solo da Giorgia Meloni e dal Movimento cinque stelle si sono levate giuste voci di sdegno. Io denuncerò, vedremo se altri mi seguiranno facendo seguire i fatti alle parole.


Avv. Marco Mori, autore de “Il tramonto della democrazia, analisi giuridica della genesi di una dittatura europea”, disponibile on line su ibs.