Lug 07

I governi italiani hanno fatto più morti della mafia. Chi ha il coraggio di dirlo?

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Ho ascoltato nelle scorse settimane le polemiche circa il diritto di Salvatore Riina di morire con dignità fuori dal carcere, oppure la necessità, rispettando le sue vittime, di non dargli benefici di sorta. Questo mi ha dato lo spunto per riflettere su quanto vi sto per dire.

I dati ufficiali parlano di oltre 200 omicidi in cui il noto boss ha avuto il ruolo di mandante o di esecutore durante la sua vita. Probabilmente un dato che va considerato sottostimato. Certamente nessuno si sognerebbe mai di definire Riina qualcosa di meno che un feroce criminale.

Ma quanti sono i morti per ragioni economiche nel nostro Paese avvenuti nello stesso periodo di tempo in cui Riina portava avanti la sua attività criminale?

Secondo un noto studio effettuato da Link Lab, il Laboratorio di Ricerca Socio-Economica dell’Università degli Studi Link Campus University, a firma di Nicola Ferrigni, pubblicato circa due anni fa, nell’anno 2014 i suicidi per ragioni economiche sono stati complessivamente 201, rispetto ai 149 casi registrati nel 2013 e agli 89 del 2012. Sempre la link lab ha diffuso anche i dati successivi. Con altri 189 morti nel 2015. Abbiamo poi 89 morti nel primo semestre 2016.

Oltre 700 morti dunque. Dati purtroppo ulteriormente aumentati nel resto del 2016 e nel 2017. In un periodo molto più breve di quello dell’attività criminale di Riina le vittime di un’economia che calpesta ogni diritto sono state tre volte tante. Senza neppure riflettere sul fatto che la stessa economia non uccide solo in Italia, ma ovunque nel mondo, con un raggio d’azione decisamente più ampio della mafia.

Nonostante questo per l’opinione pubblica (manipolata dai media) la bestia è solo Riina mentre Soros o Rockefeller (pace all’anima sua), ad esempio, sono benefattori e filantropi. Altrettanto rispettabili sono considerati anche i governi che collaborano con i poteri finanziari, consentendo questa strage. Qualcosa davvero non quadra.

La Costituzione è calpestata ogni giorno. Lo Stato non garantisce la tutela dei disoccupati involontari e dei più deboli, ed ancora prima non si adopera per dare la dignità di un lavoro alle persone. Anzi, dall’avvento del trattato di Maastricht in poi le politiche sono state apertamente dirette alla stabilità dei prezzi a discapito del lavoro.

La stessa commissione europea ammette in più studi, che in un regime di cambi fissi com’è l’euro, sono i salari a doversi piegare al ribasso per riequilibrare gli squilibri che si generano. E quando scendono i salari? Quando l’offerta di lavoro aumenta mentre la domanda è al palo. Più i disoccupati crescono più il costo del loro lavoro cala. Per questo l’amata Europa parla apertamente della necessità di una disoccupazione strutturale, ovvero di un livello di disoccupazione che non può mai scendere sotto una data percentuale. In sostanza si dice che se in Italia la disoccupazione scendesse sotto il 10,9% potrebbe esserci inflazione, ergo ciò non deve accadere.

Capita in questo contesto politico che la gente non riesca a resistere e si tolga la vita. Tutto questo appunto per mantenere stabile e forte la moneta e dunque per garantire potere ai grandi speculatori internazionali, oggi così forti da imporre non solo precise politiche ai governi, ma per sceglierne addirittura i membri. L’Italia ad esempio è pienamente commissariata dal 2011, quando il criminale Mario Monti, criminale perché con le sue politiche ha ucciso più persone di Riina, ha imposto massicce dosi di austerità al Paese.

Ha scientemente distrutto la domanda interna, parole sue, per abbassare i prezzi. Monti non a caso veniva dalla Presidenza della Commissione Trilaterale, associazione di categoria dell’alta finanza ed era un uomo di Goldman Sachs ben visto dalle oligarchie finanziarie.

Se lo Stato assistesse senza limiti i disoccupati e perseguisse la piena occupazione che cosa accadrebbe? Semplice l’euro varrebbe meno, con grande beneficio per i cittadini, ma insopportabile danno per la finanza internazionale che dovrebbe sporcarsi le mani investendo i suoi profitti nell’economia reale, anziché vivere speculando. La finanza perderebbe così anche il suo potere politico, ovvero la forza di imporre scelte ai Parlamenti nazionali sulla base dell’emergenza economica da essa creata. Attuare così quelle riforme che passo dopo passo cancellano sempre più la democrazia.

La speculazione, ricordiamolo, non ha nessuna tutela costituzionale. Tutti noi abbiamo il dovere di concorrere al progresso materiale o spirituale del Paese, non certo speculare sui più deboli vivendo come parassiti. Anzi la Costituzione impone gli inderogabili doveri di solidarietà economica, politica e sociale. Se vogliamo dirla tutta in certi racconti si trova più dignità e morale in Riina che nel governo italiano. Se è vero ad esempio ciò che si legge circa la spietatezza del boss verso chi taglieggiava la povera gente come usurai e simili. Questo almeno raccontano le cronache.

La società moderna invece si fonda letteralmente sull’usura e il saccheggio dei beni dei più deboli che si accentrano sempre più nelle mani di pochi. Un governo che persegue politiche che portano a questo è certamente colpevole delle morti per ragioni economiche, anzi trattasi di veri e propri omicidi volontari, avendone tutte le caratteristiche, benché risultino punibili, a norma del codice penale “solo” come istigazione al suicidio ex art. 580 c.c.

Lo stesso Monti dichiarò pubblicamente su la 7, in esito alle sue politiche, che in Italia non potevamo lamentarci, avevamo meno morti per suicidio della Grecia. Questo è la riprova evidente del suo dolo, si raffigurava l’evento morte come conseguenza diretta ed immediata delle sue politiche e lo accettava perché necessario ai poteri economici che serve e che pretendono la stabilità dei prezzi. Quella stabilità che l’art. 127 TFUE, letto in combinato con l’art. 3 TUE, antepone proprio alla pace ed al benessere.

Quando i magistrati agiranno, quando questi criminali saranno destituiti, certamente avremo condanne esemplari e finalmente vedremo gente come Monti, Letta, Renzi, Gentiloni e tanti altri del presente e del passato definiti per ciò che sono, volgari criminali. Speriamo che qualche PM legga, sto accusando le più alte cariche dello Stato di plurimi omicidi, di reati perseguibili d’ufficio come è perseguibile d’ufficio la calunnia ed il vilipendio se stessi dicendo cose non corrispondenti al vero.

Ma chi avrà mai il coraggio di affrontarmi su questi temi in un’aula di Giustizia? La finanza sta facendo più morti di Hitler, mettiamocelo in testa e soprattutto comportiamoci di conseguenza. I criminali vanno fermati e la legge è con noi, finché non riusciranno a smantellare la Costituzione c’è speranza. Ma attenzione ci stanno provando!

Sempre per il PM che stesse leggendo mi permetto di rammentare due aspetti giuridici a fondamento di ciò che dico. L’assistenza illimitata nel tempo per ogni disoccupato involontario, anziano, invalido o per ogni persona che non è in grado di provvedere a se stessa è un diritto garantito dall’art. 38 Cost. In Italia non si fa nulla per attuare tale norma, l’art. 38 è disapplicato. Ergo l’omissione da parte della politica nell’agire secondo Costituzione è palese. Se l’assistenza vi fosse quella che prevede la Costituzione i suicidi economici sarebbero azzerati, perché le persone conserverebbero la propria dignità, saprebbero che non sarebbero abbandonati. Per processarli tutti dunque non serve neppure comprendere appieno i meccanismi dell’euro, che un PM, essendo materia molto specialistica, potrebbe ignorare e faticare a comprendere a prima vista. Ma capire che l’art. 38 Cost. va obbligatoriamente rispettato è semplice… ignorare scientemente l’applicazione di tale norma è reato. Farlo poi per tutelare la finanza internazionale farebbe pensare più ad omicidi volontari che non a mere istigazioni al suicidio, ma questo è un altro discorso…

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Avv. Marco Mori – autore de “Il tramonto della democrazia, analisi giuridica della genesi di una dittatura europea”, disponibile on line su ibs