Ott 14

Salvini: “L’euro è irreversibile”.

Ecco qua… Tutto come da programma, anche il ciarlatano Padano ha gettato definitivamente la maschera. In un’intervista rilasciata al  “Il Foglio” il 14 ottobre 2019 (clicca qui per leggere l’articolo) Salvini ha parlato esattamente come Mario Draghi e ha tuonato: “l’euro è irreversibile”.

Salvini ha abilmente utilizzato la battaglia “no euro” per riportare il suo partito in auge, ma poi, al momento opportuno si è “normalizzato” diventando l’ennesima falsa opposizione al sistema. Chi mi segue sa bene che tutto ciò non mi stupisce, ve lo avevo annunciato addirittura con anni d’anticipo, rifiutando ogni proposta di candidatura con le camicie verdi. La campagna mediatica anti Salvini non è mai stata mossa perché esso rappresentasse una minaccia concreta per le élite finanziarie globaliste, ma perché tale campagna serviva a fare aumentare il suo consenso e farlo vedere, da masse confuse e circuite, come un salvatore della Patria. Il suo compito era ed è invece un altro, Salvini, doveva solo raccogliere e disattivare il dissenso. Un’operazione speculare a quella fatta dal Movimento Cinque Stelle, con la sola differenza che mentre il Movimento doveva annullare il dissenso di sinistra, Salvini doveva annullare quello di destra. 

La Lega è un partito liberista, non perde occasione per rivendicarlo, ed è proprio l’ideologia liberista ad aver dato i natali a quell’ordinamento giuridico che chiamiamo “Unione Europea”. In sostanza i trattati sono solo un’insieme di norme pensate per far in modo che chi detiene il capitale possa anche controllare la politica di ogni singolo Stato, in spregio ai più elementari principi democratici. Il liberismo, per chi fosse neofita di questa pagina è bene ricordarlo, è quell’ideologia che afferma la più grande stupidaggine del nostro tempo, ovvero che il mercato senza controllo, coordinamento e disciplina da parte dello Stato possa creare benessere e ricchezza diffusa.

Il mercato in realtà, se libero, sconta esattamente le stesse dinamiche a cui possiamo assistere in una partita a Monopoli. La ricchezza si accentra nelle mani di un solo giocatore e tutti gli altri falliscono, è solo questione di tempo. Il nostro modello costituzionale prevedeva invece l’esatto contrario, ovvero che l’iniziativa privata potesse essere stoppata quando in contrasto con l’utilità sociale (art. 41 Cost.). Tuttavia la perdita di un aspetto fondante dello Stato, come la sovranità monetaria, e la creazione di vincoli di bilancio che impongono con l’austerità il taglio della spesa pubblica, hanno retrocesso la Nazione al pari di qualsivoglia soggetto privato, così privandola appunto della possibilità di svolgere il suo fondamentale ruolo di disciplina, controllo e coordinamento dell’economia.

Ed ecco che, tornando al “sovrancazzaro Padano”, appunto Salvini, emerge con evidenza come chi, per definizione, voleva un mercato libero dall’intervento dello Stato non poteva in alcun modo coltivare la battaglia all’euro se non per scopi puramente propagandistici ed elettorali. In questa truffa ai danni dei sovranisti italiani un ruolo determinante lo hanno avuto poi gli ex “profeti no euro”, da Borghi a Bagnai, passando per il “sovrancoatto” Antonio Maria Rinaldi. Tutti questi personaggi, che a vario titolo godevano di una certa reputazione tra i no euro, hanno alla fine contribuito a fomentare la truffa leghista, illudendo che vi fosse una strategia dietro la prudenza di Salvini. Non c’era nessuna strategia, o meglio, la strategia c’era ma era una strategia diversa da quella che vi aspettavate: disattivare chi aveva intenzione di attuare la Costituzione ed il suo modello economico.

L’exit passa per un’Italia che attui un piano industriale di Stato che ci consenta di superare la difficile fase di transione dovuta all’eccessiva interconnessione economica tra le Nazioni oggi esistente. L’exit passa dalla fine del sistema internazionale degli scambi (così come lo conosciamo) nato alla fine della seconda guerra mondiale alla conferenza di Bretton Woods. Tutto questo Salvini e company non ve lo hanno mai detto chiaramente, vi prendevano solo per i fondelli.

Chiunque voglia rimanere nell’euro e nell’UE è quindi un ignorante nella più benevola delle ipotesi oppure un criminale da processare quando tale posizione viene assunta dolosamente. Salvini appartiene alla seconda categoria, quella dei criminali da processare, lo dico senza alcun timore e pronto a confrontarmi in un processo con lui anche domani.

Qualcuno comunque, tra i vari intellettuali stupidamente vicini a Salvini sta però cominciando a capire. Paolo Becchi è il primo dei sostenitori leghisti che ha preso le distanze, finalmente comprendendo ciò che tentavo di spiegargli da anni. Ora attendiamo un analogo passo da parte di Borghi e Bagnai (ma anche da parte di Barra Caracciolo). Lo sapete, li prenderei a calci nel culo (scusate la volgarità), ma se tornassero sulle giuste posizioni e sapessero contenere il loro patologico narcisismo, troverebbero la mia porta sempre aperta. Ed oggi c’è pure un interessante contenitore in cui confluire tutti insieme. Mi riferisco a Vox Italia che grazie alla visibilità di Diego Fusaro potrebbe tentare di superare quegli sbarramenti elettorali che sino ad ora hanno impedito ai veri sovranisti di entrare in Parlamento.  

P.S. Io ho aderito a Vox e vi invito a fare altrettanto, ma aderire non significa tifare. Dunque occhi aperti e se mai ci fossero ambiguità sulla precondizione fondamentale a salvare il Paese, ovvero sull’uscita da euro ed UE, non dovrete esitare a massacrarci.

P.P.S. scusate i toni, ma io mi sono rotto le palle… dobbiamo uscire dall’euro, dobbiamo lasciare l’Ue e dobbiamo tentare di creare un “nuovo ordine mondiale”, costi quel che costi, tanto continuando così periremo in ogni caso. La conseguenza del liberismo sarà inevitabilmente la terza guerra mondiale e davvero non vorrei veder realizzarsi anche questa mia previsione.

Avv. Marco Mori – Vox Italia, autore de “La morte della Repubblica” edito Altaforte Edizione.