A prima vista la domanda può sembrare strana. Eppure la risposta è esattamente opposta a quella che si potrebbe credere. L’adesione dell’Italia alle Nazioni Unite non è infatti conforme al dettato costituzionale. Meglio, ciò che non è conforme è l’adesione alle Nazioni Unite così come attualmente concepite.
Non vi deve trarre in inganno il fatto che non abbiate mai sentito porre il problema, infatti è ormai noto il grado di decadimento culturale dei nostri tempi. La gente ha perso ogni senso critico e non è più abituata a ragionare con la propria testa, ci si limita a prendere per buono ciò che ci raccontano personalità che la propaganda accredita come autorevoli. Ormai chi segue questo blog ha imparato a capire che l’appellativo “autorevole” spetta solo a coloro che sposano il pensiero voluto da chi detiene il potere, potere che oggi è nelle mani di gruppi finanziari sovranazionali. Ma torniamo al tema del post.
L’art. 11 Cost. è la norma del nostro ordinamento che specifica i paletti alle limitazioni di sovranità. Mentre le cessioni sono sempre un fatto illecito, anche sotto il profilo penale (con buona pace dell’UE), le mere limitazioni di sovranità sono consentite a certe condizioni. L’art. 11 Cost., pensato dai padri costituenti proprio in funzione della futura adesione alle Nazioni Unite (che avvenne nel 1955), presenta due “limiti” alle “limitazioni”: quello della reciprocità e quello del fine della pace. L’Italia può infatti limitare la propria sovranità esclusivamente in condizioni di reciprocità con le altre Nazioni e solo al fine di aderire ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia tra i popoli.
Come noto le Nazioni Unite sono specificatamente finalizzate alla pace ed alla giustizia tra i popoli. Lo statuto infatti è chiarissimo ponendo al primo punto il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale. Le Nazioni Unite per definizione costituiscono un ordinamento che limita la sovranità a fini di pace. Fin qui tutto bene.
Tuttavia vi è un problema enorme. La condizione di reciprocità nelle limitazioni della sovranità prevista non viene minimamente rispettata. L’ONU infatti conferisce poteri speciali ad alcuni Stati con ciò vanificando completamente il suo stesso scopo.
L’ONU ha un consiglio di sicurezza così composto: 15 stati, di cui 5 sono i membri permanenti (Stati Uniti, Russia, Gran Bretagna, Francia, Cina) e 10 vengono eletti a rotazione ogni 2 anni dall’assemblea generale. Il fatto di avere alcuni membri permanenti già pone i cinque paesi indicati (le potenze vincitrici della seconda guerra mondiale più la Cina) in un rapporto di superiorità rispetto alle altre nazioni. Tale superiorità diviene schiacciante se si considera che le 5 nazioni godono anche del diritto di veto, ovvero della possibilità di impedire l’adozione di un provvedimento anche contro il parere degli altri 14 membri del consiglio.
La posizione dell’Italia, che non è membro permanente del consiglio, è dunque di palese inferiorità rispetto ai paesi che godono del diritto di veto. La limitazione di sovranità che l’ONU comporta non avviene pertanto in condizioni di reciprocità.
Il diritto internazionale andrebbe al più presto rifondato e basato sui valori di uguaglianza sostanziale che sono assolutamente indispensabili per un futuro di pace su questo pianeta. Al contrario fino ad oggi il diritto internazionale si è basato esclusivamente sui rapporti di forza.
Nazioni Unite forti e democratiche potrebbero riuscire anche a cancellare il predominio della finanza sulle stesse democrazie, predominio che oggi si verifica incontrastato anche grazie al diritto di veto. La maggior parte dei paesi del mondo viene cannibalizzato dalla speculazione. Molti di tali paesi hanno ben compreso la realtà ma nulla possono in seno alle Nazioni Unite dove qualsiasi risoluzione viene stoppata con il veto. Così oggi un organismo diretto al mantenimento della pace è completamente inabile a contrastare le armi della finanza che ormai rappresentano la nuova forma di guerra e di occupazione armata degli Stati, nonché di sottomissione dei popoli.
Se di queste cose non si parla, se non si crea una consapevolezza diffusa, un mondo migliore non esisterà mai. Senza Nazioni Unite democratiche la terza guerra mondiale non è questione di “se” ma solo di quando, non dimenticatelo.