Mag 16

Bozza di accordo Lega-M5S: sovranisti o europeisti?

La domanda posta nel titolo del post può sembrare paradossale a molti. I media infatti in queste ore stanno attaccando fortemente la bozza d’accordo, che spacciano come una dichiarazione di guerra fatta da Lega ed M5S all’UE. Esaminiamo dunque quanto scritto alle pagine 35 e 36 del testo, così come diffuse dall’Huffington Post per capire se questa analisi sia o meno vera e se davvero sia giunto il tempo del sacrosanto riscatto della nostra sovranità.

Effettivamente alle pagine indicate si legge una fortissima critica all’UE e la ferma volontà di modificare i vincoli che stanno distruggendo la nostra economia. Fin qui tutto bene, ma poi, a pag. 35, arriva un fulmine al ciel sereno. Cito testualmente senza alcuna modifica dal testo ufficiale diffuso: “rafforzando al contempo l’incisività e la capacità decisionale dell’UE sulle sue competenze esclusive”.

Che significa? Innanzitutto le competenze dell’Unione attribuite in via esclusiva sono per definizione una cessione di sovranità, ovvero rappresentano quella condotta materiale contro la quale in questi anni mi sono battuto sia politicamene, sia soprattutto nelle sedi giudiziarie penali e civili. L’art. 11 Cost. non consente le cessioni di sovranità, esse si verificano quando un potere d’imperio dello Stato viene trasferito ad un terzo soggetto che appunto lo esercita in via esclusiva e definitiva. Attenzione ai termini ed a quel “definitivo”, perché è un punto cardine del ragionamento.

L’art. 3 tfue specifica le materie in cui le cessioni si sono compiute e sono addirittura le più importanti, per gli effetti che hanno, per la vita dei cittadini. In primis troviamo le politiche monetarie dei Paesi che hanno aderito all’euro, ma anche le politiche commerciali, doganali e quelle inerenti alle regole della concorrenza. L’art. 2 tfue specifica poi, a riprova che trattasi di vere cessioni di sovranità e non di mere limitazioni, che, ove l’UE ha competenza esclusiva, i singoli Stati non possono più legiferare autonomamente. Dire pertanto che in tali materie si vuole rafforzare il potere decisionale e l’incisività dell’UE equivale a chiedere ulteriori cessioni di sovranità. Siamo dunque all’antitesi delle posizioni sovraniste.

Come coniugare tutto questo con il resto del testo della bozza? Ovvero come si può prevedere contemporaneamente l’attenuazione dei vincoli di bilancio e la previsione espressa nei trattati di una procedura per lasciare l’euro? Tali posizioni farebbero infatti pensare ad una, almeno potenziale, volontà di lasciare l’euro e riscattare la sovranità nazionale qualora l’UE dica no (fatto certo allo stato attuale) ad ogni ipotesi di riforma dei trattati. Dunque le diverse affermazioni sembrano in contrasto tra loro, un contrasto insanabile. Ma è davvero così? Purtroppo la verità che intuisce, almeno che intuisce chi conosce la materia è ben diversa.

Seguitemi perché da qui il ragionamento si complica. Vi siete mai chiesti quale sia la funzione dei tanto odiati vincoli di bilancio? Lo scopo non è impoverirci e basta chiaramente, lo scopo è ottenere conseguenze politiche da questo impoverimento. In sostanza i vincoli di bilancio non sono un fine, ma sono, per definizione, un mezzo. Non un mezzo per ridurre il rapporto debito/pil, che anzi in assenza deficit aumenta matematicamente, ma appunto un mezzo per innescare una crisi che diventi la leva per obbligare a scelte politiche.

Quale era il punto di arrivo, fin dal principio, è facile comprenderlo: creare gli Stati Uniti d’Europa. Quando uno strumento di costrizione, come lo sono i parametri di bilancio, esaurisce il suo scopo, esso può essere tranquillamene rimosso. In sostanza accettati gli USE i vincoli di bilancio non serviranno più. Anzi, meglio ancora, a crisi innescata la stessa rimozione dei vincoli che l’hanno causata, potrà essere barattata facilmente con la creazione degli USE.

Ecco come la bozza di programma da illogica e contraddittoria diventa improvvisamene un vero capolavoro di coerenza scritto con la stessa tecnica redazionale dei trattati europei, ovvero quella di redigere un testo largamente condivisibile aggiungendoci però delle piccole pillole avvelenate che ribaltano il senso di tutto il discorso. Tali pillole non sono facilmente visibili dai non esperti o dai politici stessi. Mettiamo fine all’austerità cedendo sovranità ecco cos’è stato scritto a pag. 35 della bozza, in cambio avrete la “carota” della fine dell’austerità. Un vero capolavoro, secondo il solito e collaudato schema della creazione di un problema artificiale per poi presentare, come suo rimedio, proprio ciò che si voleva raggiungere fin dal principio, gli USE. “Le crisi e le gravi crisi sono lo strumento per obbligarci a cedere sovranità”, tuonava quell’esponente della Commissione Trilaterale che risponde al nome di Mario Monti.

Ma c’è di più. Perfetta in questo quadro anche la decisione di inserire una procedura per l’euroexit nei trattati (oggi c’è solo quella di lasciare l’UE così come prevista con il Trattato di Lisbona). Una delle principali distinzioni giuridiche tra limitazioni e cessioni di sovranità sta infatti nella definitività delle seconde. Sul tema della definitività ho sempre detto poco perché è un boomerang per i sovranisti.

Ovvero in un’aula di Giustizia è più difficile parlare di cessione di sovranità laddove il relativo potere d’imperio è sì stato ceduto, ma non a titolo definitivo. Con Lisbona si inserì infatti la possibilità di uscita dall’UE, non prevista con Maastricht, per evitare che le Corti Costituzionali dei singoli paesi sollevassero dubbi di legalità dell’intera operazione. Considerando poi che una delle battaglie Parlamentari più dure della scorsa legislatura è stata proprio quella fatta per eleggere convinti Europeisti come giudici della Corte Costituzionale, l’obiettivo da raggiungere pare sinistramente chiaro. Mettere la nostra Corte Costituzionale, ma anche quella Tedesca, nelle condizioni di non considerare la nascita degli USE come un’azione irreversibile, concedendo gli argomenti di diritto necessari a motivare, con una parvenza di logicità, circa il fatto che non si è in presenza di una cessione della sovranità, poiché la stessa è ancora potenzialmente reversibile. Dal punto di vista pratico però la scelta di cedere sovranità viene blindata dal controllo sull’economia che ha l’UE, che priva scientemente i singoli Stati di autonomie basilari per esercitare la sovranità, come quelle alimentari, energetiche e sanitarie. Alla nascita degli USE poi avremo anche l’esercito europeo, ben più incisivo nello “sconsigliare” idee di riscatto del potere d’imperio delle norme giuridiche o delle sentenze.

Martin Schultz ha proposto la nascita degli USE entro il 2025, ovvero entro questa legislatura, Macron è d’accordo. La Merkel, pur maggiormente cauta, ha dato il suo sì a patto che i mercati non siano in grado di aggredire l’euro. Tra qualche mese il lancio degli USE avverrà ufficialmente tramite l’Eurogruppo, che da subito metterà sul piatto la tanto agognata Banca Centrale Europea prestatrice di ultima istanza. Il superamento dell’austerità convincerà tutti ad accettare.

Qualcuno ora potrebbe dire, ma se staremo meglio cosa importa se nasceranno gli USE? Bè il diavolo sta sempre nei dettagli e vi sfugge, se vi siete posti la domanda, che ciò che davvero conta, al fine di avere il potere assoluto, è chi controlla l’emissione monetaria. La riformata Banca Centrale degli Stati Uniti d’Europa resterà indipendente dalla democrazia, ovvero sarà confermato che il Parlamento, che pur espanderà i suoi poteri, come infatti prevede la bozza di accordo di Lega ed M5S, non potrà obbligare BCE ad emettere moneta per le politiche che esso sovranamente desidera. Dunque il Parlamento avrà solo formalmente l’iniziativa legislativa, ma sarà sempre sotto il controllo di BCE e dei poteri finanziari privati che ne decideranno le politiche, poiché sono gli unici ad avere i soldi (creandoli dal nulla) per permetterle.

Buon risveglio a tutti, oggi qualcuno mi darà ancora torto, tra qualche mese vi vedrò chiedere scusa. Avevo tanto sperato di essermi sbagliato sulla Lega, ma così non era…

Avv. Marco Mori, autore de “Il tramonto della democrazia, analisi giuridica della genesi di una dittatura europea”, disponibile on line su ibs.