Set 08

Mattarella invoca la creazione degli Stati Uniti d’Europa

Vi propongo il messaggio odierno che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato a Cernobbio dove si sta svolgendo il forum “The European House” Ambrosetti. 

Il messaggio è chiarissimo e netto, al di là di tutte le buone intenzioni che leggerete, è la richiesta espressa di riformare i trattati europei verso la costruzione di una nuova casa comune. Mattarella non ne menziona il nome ma ovviamente parliamo inequivocabilmente dell’imminente nascita degli Stati Uniti d’Europa:

L’Unione Europea si appresta a passaggi rilevanti della sua esistenza.

Siamo in vista delle elezioni del Parlamento europeo nel prossimo anno, massimo momento di espressione della sovranità dei popoli dell’Unione (n.d.s., Mattarella secondo voi non sa che il Parlamento Europeo non ha alcuna iniziativa legislativa? Dire che esso rappresenta un’espressione di sovranità popolare è una colossale presa in giro) e dobbiamo compiere scelte fondamentali su politiche e istituzioni: dal bilancio comune alla governance economica dell’area euro.

Per ben custodire il futuro dei nostri popoli, è indispensabile riaffermare i valori fondamentali alla base delle libere scelte che hanno portato all’Unione Europea: libertà, stato di diritto, democrazia, uguaglianza, solidarietà, rispetto della dignità umana.

Si tratta dei principi sulla base dei quali si è costruita la civiltà occidentale, in una società in cui inclusione, tolleranza e giustizia sono stati gli obiettivi perseguiti in tutti questi decenni (n.d.s., i cinque milioni di italiani in povertà assoluta evidentemente non se ne sono accorti).

È questa la prospettiva in cui è saldamente collocata l’Italia. Rendere attuali questi valori costitutivi, declinarli in iniziative concrete per rispondere tempestivamente alle aspettative dei cittadini, richiede un coerente sforzo e concorso collettivi, che sappia durevolmente legittimare la ragion d’essere profonda dell’appartenenza all’Unione, che va ben oltre la semplice partita del dare/avere (n.d.s, la ragione profonda dell’Unione, come ho spiegato tecnicamente più volte, è l’evaporazione delle sovranità nazionali al fine che esse non possano più ostacolare i detentori del potere economico).

Occorrono ambizioni all’altezza dei tempi e delle sfide, a partire dal rafforzamento di progetti fondamentali dell’integrazione, come l’Eurozona, alle questioni della politica estera e di difesa, al potenziamento delle politiche di coesione e crescita, con strumenti che consentano di gestire con efficace solidarietà le trasformazioni produttive e le sofferenze sociali, alla predisposizione di regole che sappiano affrontare in modo adeguato la questione migratoria.

Una casa comune solida e ben gestita costituisce il più efficace antidoto contro antistoriche spinte dissociativeÈ quanto ci chiede la società civile dei Paesi europei: più sicurezza, in un contesto internazionale così profondamente perturbato, più equità, più condivisione delle responsabilità (n.d.s., lo schema è sempre il solito, si creano problemi e poi si pone come soluzione l’obiettivo che fin dal principio si voleva ottenere).

I governi hanno l’onere di contribuire con atteggiamenti e proposte costruttive a garantire il miglior funzionamento dell’Unione, aggiornandone le prioritàLa posta in gioco è molto elevata: un’Europa all’altezza delle sfide che i popoli hanno dinanzi è la soluzione adeguata per evitare ai singoli Paesi di scivolare nell’irrilevanza e per consentire loro, invece, di partecipare autorevolmente alla stesura di nuove e più appropriate regole internazionali (n.d.s., il capolinea dell’UE è quindi confermato anche dal PDR, ma ovviamente non certo per tornare alla nostra sovranità).

Le istituzioni europee e nazionali debbono lavorare insieme per rispondere alle esigenze di cittadini e soggetti economici (n.d.s., quali soggetti economici? Le piccole e medie in prese o i colossi finanziari?) e sociali, garantendo libertà in un mondo aperto (n.d.s., il mondo aperto serve più all’idraulico, al barista, all’artigiano o alle grandi multinazionali o banche d’affari?) e, allo stesso tempo, coesione e solidarietà, presupposti per proseguire il cammino di pace, democrazia e sviluppo assicurato dall’integrazione del continente in questi sessanta anni, estendendolo, auspicabilmente, oltre i suoi confini.

Con questo auspicio invio a tutti i partecipanti i migliori auguri di buon lavoro”.

Ciò che sconcerta maggiormente, al di là delle menzogne circa il fatto delle ragioni che stanno a fondamento dell’Unione, che chiaramente non riguardano il benessere dei popoli, ma l’evaporazione delle sovranità nazionali in favore della finanza internazionale, è certamente la totale sovrapponibilità delle parole di Mattarella al programma del nuovo governo ed in particolare a quel punto 29 che fin dal principio vi ho fatto notare.

Ricordiamone alcuni dei principali passaggi. Gli obiettivi intanto: l’Italia chiederà la piena attuazione degli obiettivi stabiliti nel 1992 con il Trattato di Maastricht, confermati nel 2007 con il Trattato di Lisbona (omissis) per affermare l’identità europea sulla scena internazionale (omissis) istituire una cittadinanza dell’Unione”. Chiedere l’istituzione della cittadinanza europea significa creare uno Stato europeo, sic et simpliciter.

Ovviamente tutto deve passare per la fine dell’austerità, ed infatti il punto 29 del contratto di governo è chiaro anche su questo,estendere alla BCE lo Statuto vigente delle principali banche centrali del mondo per raggiungere un’unione monetaria adeguata agli squilibri geopolitici ed economici prevalenti e coerente con gli obiettivi dell’unione economica”, ma con una pensante contropartita in tema di cessione di sovranità “definire con precisione le competenze esclusive dell’Unione per rafforzare la sua incisività e capacità decisionale.

In sostanza si va verso la fine dell’austerità in cambio di nuove e definitive cessioni di sovranità così mettendo fine alla Repubblica Italiana. Il tutto avverrà ovviamente dopo le elezioni europee del 2019 a cui infatti il nuovo governo, come del resto Mattarella nel suo messaggio odierno, continua a dare peso per attuare il fantomatico “cambiamento”. Rammento ancora che il Parlamento europeo non ha alcun potere di iniziativa legislativa, la sua composizione quindi non ha alcuna relazione con la modifica dei trattati europei. L’attesa delle elezioni, in cui i partiti si presenteranno con in programma la modifica delle regole europee, serve invece unicamente per uno scopo fraudolento: far pensare che la creazione degli Stati Uniti d’Europa avvenga non con un’imposizione, ma per volontà popolare, cosa indispensabile anche per evitare rivolte vere e proprie o quantomeno isolare i dissenzienti così qualificandoli come anti democratici.

Mattarella non voleva questo governo? Cari amici era una balla, è stata solo una fine azione di psicologia inversa. Il programma di governo è speculare ai desideri e alle parole di Sergio Mattarella ed è speculare anche ai desideri di quel Paolo Savona, che da sempre ripete esattamente ciò che avete letto fin qui. Come sapete partecipai (purtroppo) alla stesura del piano B, così si chiamava perché il piano A erano gli Stati Uniti d’Europa. 

Mario Monti lo diceva, come anche Prodi prima di lui, la crisi è uno strumento, un mezzo per cooptare le volontà popolari e vincere la resistenza alla cessione delle nostre sovranità. I vincoli di bilancio erano dunque un mezzo per raggiungere un fine e ora il traguardo sta per essere tagliato grazie anche al tradimento dei sovranisti, che si sono trasformati in “altroeuropeisti” sposando appieno le stesse parole fatte proprie da Mattarella, l’uomo, ricordiamolo, che per primo portò al Quirinale la Commissione Trilaterale (l’associazione di categoria dell’alta finanza) elogiando il fatto che le decisioni che influenzano la politica vengano prese da esperti a porte chiuse, ecco la sua bella visione di democrazia…

Buona democrazia a tutti dunque, come sovranista sono rimasto ormai una specie in via d’estinzione…

Avv. Marco Mori, Casa Pound Italia, autore de “Il Tramonto della democrazia, analisi giuridica della genesi di una dittatura europea”, disponibile on line su ibs