Lug 07

Coronavirus: perché oggi è minacciata la stessa tenuta dell’ordine pubblico nel Paese.

Da qualche mese a questa parte, più precisamente dall’arrivo del coronavirus in Italia, siamo improvvisamente sprofondati in una realtà distopica. Il Governo, in nome dell’emergenza, ha preso nei fatti i pieni poteri e attraverso atti amministrativi, i ben noti dpcm, ha letteralmente travolto le nostre più elementari libertà personali.

Ora in molti mi direte chiaramente che le misure prese, anche quelle più estreme come il noto lockdown, trovano piena giustificazione nell’emergenza sanitaria in corso. Come sapete ho più volte espresso dubbi su questa posizione, dubbi sia giuridici, sia meramente politici. Inizialmente ero il primo ad invocare prudenza, sono stato anche attaccato per questo da chi probabilmente ci aveva visto più lungo di me fin dal principio. Poi i dati dell’Istituto Superiore della Sanità mi hanno iniziato a mostrare che la verità non corrispondeva pienamente alla narrazione allarmistica che gli organi di stampa ci hanno propinano ininterrottamente dall’inizio della crisi. Ma non è questo il tema che voglio affrontare in questa sede. Giusto o sbagliato che sia stato il lockdown, quello con cui oggi dobbiamo fare i conti è la più violenta crisi economica che l’Italia Repubblicana abbia mai attraversato ed è a questo che dobbiamo pensare subito.

L’Italia veniva ormai da decenni di austerità che avevano già messo a repentaglio la tenuta economica del Paese, il blocco delle attività, è stato il più classico dei colpi di grazia. La riapertura è stata quasi un atto obbligato quando si è cominciato a capire che se si continuava a impedire alle persone di lavorare si rischiava il disordine sociale, si rischiava letteralmente e senza mezzi termini di perdere il controllo dell’ordine pubblico nel Paese. Io stesso ho più volte lanciato l’allarme pubblicamente, curiosamente qualcuno ha pure frainteso tali ammonimenti, arrivando a sostenere che la minaccia potessi essere io per la semplice ragione che dal primo minuto, ho invocato la più rapida delle possibili soluzioni per evitare un disastro epocale. Ma appunto questo rischio non è assolutamente passato. Di oggi il report con cui la Banca d’Italia ci ricorda che una famiglia su tre ha riserve economiche ancora per tre mesi, l’istat conferma che il 38,8% delle imprese rischia la chiusura entro l’anno. Ma a ciò che accadrà poi qualcuno ci sta pensando? Non saranno le chiacchiere di Conte a mettere soldi in tasca ai cittadini.

Se una fetta importante della popolazione continuerà a rimanere senza sostegno è impensabile che la mera paura dell’emergenza sanitaria, che oggi è barriera ad un dissenso più esplicitamente ostentato, possa divenire ancora un argine a comportamenti gravemente antisociali. La situazione è aggravata ovviamente, e molto, dal fatto che come più volte avete letto su questo sito, l’Italia ha ceduto la sua sovranità monetaria e dunque non è al momento nelle condizioni di creare moneta dal nulla. I trattati infatti consegnano l’esclusiva delle politiche monetarie all’UE (artt. 2 e 3 TFUE).  UE da parte sua non ha preso nemmeno per un secondo in considerazione l’ipotesi di massicci interventi a fondo perduto in favore della popolazione mettendo sul tavolo unicamente prestiti concepiti in varie forme e con nomi via via più folcloristici. Ma viene da se che chi non ha da mangiare e ha perso il lavoro non può risollevarsi con dei prestiti.

La Costituzione e il codice penale a questo punto restano le sole armi che ci soccorrono e l’ultima possibilità di salvare un Paese che, se non avesse ceduto sovranità, oggi avrebbe risposto senza alcun problema alla crisi del coronavirus. Non doveva esserci motivo per scegliere tra economia e vita, poiché i soldi sono un mero strumento convenzionale e sono disponibili secondo scelte esclusivamente politiche, senza limiti quantitativi. 

La Costituzione vieta le cessioni di sovranità, acconsentendo alle mere limitazioni in condizioni di reciprocità con le altre nazioni e a scopo di pace. La sovranità monetaria non poteva dunque essere sottratta alla volontà popolare lecitamente (artt. 1 e 11 Cost.). Ma se la mera violazione costituzionale non è sufficiente esiste anche un codice penale che punisce anche i semplici accordi diretti a compiere atti ostili contro la personalità giuridica del Paese (artt. 241 e 243 c.p.). Ovvero accordi che comprimono indipendenza e sovranità della Nazione. Ebbene, da un certo punto di vista finalmente, l’emergenza Covid ha chiarito come l’assenza di sovranità monetaria abbia legato mani e piedi alla Nazione demolendo e non già solo comprimendo, la nostra personalità giuridica. Il governo italiano non ha alcun potere d’imperio che gli consenta di intervenire economicamente in favore di una popolazione sempre più in difficoltà.

Tutto questo è sconcertante. Sconcertante che in anni, nonostante anche le denunce penali (le trovate anche su questo sito), non ci sia stato un Magistrato che sia stato in grado di capire l’ovvio e perseguire i criminali, perché questo sono, che hanno ceduto la nostra sovranità e per quelli che hanno omesso di riscattarla. Gli effetti della cessione di sovranità sono così gravi da far impallidire le conseguenze di qualsivoglia reato commesso nella storia della nostra Repubblica da chiunque. Eppure nessuno si muove!

Ovviamente mi sono dato una spiegazione di questo, non si può pensare alla malafede generalizzata, non ha senso. Al di là dei recenti scandali la stragrande maggioranza della Magistratura è assolutamente sana. Il problema è diverso, il problema è che la popolazione pensa in funzione di ciò che i media inculcano nelle loro teste. L’Europa è stata beatificata per anni, le istituzioni europee incensate a dismisura, il mercato unico dipinto come la panacea di tutti i mali ed il mercato unico, guarda caso, è indissolubilmente legato alla moneta unica e dunque alla cessione della sovranità monetaria. In sostanza è come se per anni la televisione vi avesse raccontato che la Mafia è sana, indispensabile e ci rende migliori. Se fosse caduto al 90% ci avrebbero creduto.

Alla fine in troppi hanno accettato tali enormi bugie fino al punto di costituire su di esse la propria identità. Convinzioni talmente forti che spingono anche professionisti del diritto a rifiutare l’ovvio: non può esistere democrazia se la sovranità non appartiene integralmente al popolo. L’ovvio oggi è rivoluzionario, ma un tempo era rivoluzionario anche dire che la Terra gira intorno al Sole… Nulla di nuovo quindi…

Il caos può essere ancora evitato ma lo Stato deve riavere il suo pieno potere di spesa e se alla fine le proteste arriveranno, e accadrà, allora ben venga che qualcuno cerchi di mettere ordine indirizzando il dissenso nella giusta direzione, quella del ripristino della legalità, impedendo il caos stesso. In questo senso mi sono detto pronto a manifestare a mia volta, a manifestare per il ripristino della democrazia, non per creare caos, ma per evitare che tutto possa degenerare. E manifestare, a proposito di democrazia, è un diritto costituzionalmente tutelato.

Ma lasciatemelo dire, se la Magistratura finalmente capisse, manifestare sarebbe inutile, perché non avere la sovranità monetaria è un reato.

Marco Moro – Vox Italia.