Lug 15

Propaganda anti-cinese in Australia

Da oggi grazie alla collaborazione con Fabio Fioresi, laureando in giurisprudenza esperto di geopolitica questo sito darà spazio ad articoli specifici sul tema. 

Le novità per il sito non finiranno qui visto che è necessario, per rispondere alla censura social, focalizzare i lettori dove il mio pensiero non può essere bloccato.

Buona lettura.

Marco Mori

Il seguente articolo è una breve analisi di uno degli esempi di propaganda ostile verso il governo di Pechino fatta nel mondo e nello specifico da parte del governo Australiano. Si tratta di un esempio di come a livello globale la propaganda mainstream sia univoca nel demonizzare i nuovi nemici del blocco occidentale (Russia e Cina) di cui l’Australia è alleato.

Si prende in considerazione il video fatto da Daniel Dunbrill sul servizio del canale australiano 60’minutes “Ponking the Panda” che potrete vedere in calce all’articolo.

Il servizio comincia con l’affermazione che la Cina ha il più grande esercito al mondo, già questa è una falsità visto che l’esercito più grande al mondo è ovviamente quello statunitense.

L’altra affermazione è la questione taiwanese, affermando che Taiwan sia una democrazia senza però fare menzione del governo dittatoriale dei Nazionalisti e dei massacri da loro compiuti, il cosiddetto “Terrore Bianco” che ha portato alla sparizione di oppositori politici ed nella repressione degli indigeni taiwanesi. Senza contare il fatto della pretesa di Taiwan stessa di governare l’intera Cina.

Successivamente si fa menzione di come Hong Kong sia sotto “occupazione” ed il movimento pro-democrazia sia stato represso; 1) Hong kong è stato restituito alla Cina dopo 99 anni di occupazione inglese, ratificato nel trattato di Nanchino del 1842. 2) La città era una colonia ed non ha mai avuto una qualsivoglia parvenza di regime democratico. 3) Ogni protesta durante l’occupazione inglese è stata repressa esclusivamente nel sangue. 4) La legge sull’estradizione venne proposta in risposta al brutale omicidio di una ragazza taiwanese il cui assassino si era rifugiato ad Hong Kong, essendo la stessa un porto franco per qual si voglia tipo di criminale. 5) Il capo della protesta è un asset americano visto che mentre vi erano i disordini si trovava a Washington chiedendo all’America di intervenire (immaginate se I sardi chiedessero a Putin di renderli indipendenti). Un’altra carta è la questione degli Uiguri per cui farò un altro articolo, però è stupendo vedere islamofobi americani e filoccidentali preoccuparsi dei mussulmani in Cina e non in Afghanistan ed Palestina. Oltretutto, inciso sui cari australiani, Wikileaks ha rilasciato video in cui si vedono le forze speciali del paese dei canguri sparare ad afghani mentre pregano prostrati a terra. La cosa più grave è ciò che in questo servizio ha sdoganato un concetto atroce, la ghettizzazione di una minoranza, perché uno dei presentatori afferma che sarebbe meglio mettere i sino-australiani in campi d’internamento per ragioni di sicurezza. In conclusione quest’operazione è un esempio di come si lavori per influenzare l’opinione pubblica facendo rinascere un mai sopito e malcelato razzismo anticinese di sapore ottocentesco.

Fabio Fioresi

 

Video di riferimento

Daniel Dunbrill