Set 04

Il mondo dei codardi.

Da qualche mese la nostra realtà è diventata distopica. In nome dell’auto proclamata emergenza sanitaria politica e media hanno ammaestrato il popolo ad accettare quella che chiamano “la nuova normalità”. La leva con cui ammaestrarci è stata la paura, più precisamente la paura di morire di un virus letale che ci farebbe letteralmente soffocare nel nostro respiro.

La paura ha privato le persone della più basica razionalità, si accettano regole completamente insensate e le si elevano a dogmi da accettare per fede, come avviene per le religioni. La paura di un evento che è assolutamente certo per ciascuno di noi, appunto la morte, viene elevata al punto di diventare un ostacolo a proseguire nel vivere quotidiano. La storia umana è piena di tragedie di ogni genere e specie, anche di pandemie, mai però la civiltà aveva deciso di fermarsi, e quindi inevitabilmente di autodistruggersi, per la paura di morire. Chi non vive per paura della morte in sostanza è già morto e la sua permanenza in vita è socialmente inutile.

Parte della Magistratura da corda a questo delirio pensando addirittura di indagare gli amministratori che osassero di decidere di non sospendere le libertà personali in forza dell’emergenza, o di processare i privati che contestano le misure di “distanziamento sociale”, con un approccio che sfiora il ridicolo. Anche perché se la ratio giuridica fosse quella che impone, per la presenza di una malattia infettiva, di fermare il mondo, allora andrebbe applicata in ogni caso e ciò a prescindere dal numero complessivo dei morti che quella malattia genera. Dovresti fermare il mondo anche per una sola vita stroncata da qualsivoglia patogeno di natura infettiva. Vi ricordo che anche le complicazioni dell’influenza finiscono per uccidere migliaia di persone ogni anno e che per l’influenza è già capitato di avere le sottodimensionatissime terapie intensive al collasso. Quindi se passasse questa follia chi è andato a lavorare, e lo abbiamo fatto tutti, con la febbre facendo proseguire il contagio dovrebbe essere processato per epidemia colposa. Anche la Giustizia è dunque entrata nella distopia, la sopravvivenza della nostra civiltà con questa linea sarebbe impossibile perché le malattie infettive esisteranno sempre e non si può impedire alla gente di vivere libera perché esse esistono. Il mondo dei codardi sarebbe destinato ad una rapida fine e la specie umana, ridotta all’ipocondria, alla naturale estinzione.

La cosa che poi oggi mi fa più rabbia è comunque quella di dover prendere atto che quanto sta accadendo, se fosse avvenuto anche solo trent’anni fa, non avrebbe trovato neppure spazio mediatico, tanto insignificanti sono i numeri di questa malattia a livello assoluto. E questo nonostante che tali numeri siano stati enormemente gonfiati dall’aver considerato morti per covid tutti coloro che erano positivi al virus che, come i pochi normodotati hanno capito da tempo, per fortuna non fa nulla al 99,9% della popolazione con cui viene a contatto, esattamente come capita con l’influenza stagionale. Per inciso in Italia muoiono normalmente seicentocinquantamila persone l’anno, ma agli ipocondriaci manca il senso dei numeri, sono incapaci di valutazioni critiche anche davanti ai dati oggettivi.

Qui sento già partire l’anatema di chi ormai si trova in quadro psicologico patologico in forza del trauma che ha subito dall’aggressiva campagna mediatica di terrorismo, anatema che suona più o meno così: “fa schifo chi non pensa ai 35.000 morti”. Queste persone sono talmente devastate psicologicamente da aver appunto perso il senso delle proporzioni e anche la visione d’insieme delle cose. La visione d’insieme è perduta laddove si preferisce distruggere la società per evitare 35.000 morti per (o più realisticamente con) covid, azione che comporterebbe e comporterà se procrastinata, una perdita di vite decisamente ed immensamente maggiore. Come detto si parla della distruzione completa della nostra civiltà. Il senso delle proporzioni è perduto anche laddove non ci si rende conto che questi numeri sono assolutamente il linea, spesso addirittura largamente inferiori, a decine di altre patologie che non sono mai state “pompate” mediaticamente per terrorizzare la popolazione. Solo il fumo, ho già fatto questo esempio in un precedente articolo, uccide nel mondo ogni anno dieci volte di più di quanto ha fatto il covid nonostante i numeri ampiamente gonfiati quasi da tutti i paesi. Eppure i governi non solo consentono di fumare, ma addirittura hanno considerato l’acquisto di sigarette come valido motivo per sfuggire al lockdown. Vedere una persona con la mascherina abbassata per fumare è un immagine raccapricciante, che mette in dubbio che la nostra specie possa definirsi intelligente. Se sei un fumatore il covid dovrebbe essere l’ultima delle tue preoccupazioni.

L’altro anatema classico di chi ormai ha perso la ragione è quello di enfatizzare il come si muore per covid.  Al netto delle cure sbagliate che inizialmente sono state somministrate. Anche su questo i media hanno lavorato molto bene specificando la crudezza dei trattamenti di terapia intensiva. Ancora una volta il “non patologico” rammenta alla massa ipocondriaca che purtroppo non si muore mai stando bene e la morte è pressoché sempre dolorosa. Se vogliamo una volta sedati hanno sofferto meno i pazienti covid, che nulla ricordano dei trattamenti subiti, piuttosto dei malati di cancro il cui calvario viene affrontato in assoluta lucidità. Ma appunto il pericolo inculcato nella testa delle masse è il covid e non il dieci volte più letale cancro al polmone. Ma si potrebbero fare milioni di esempi sulla perdita del senso delle proporzioni.

Un ruolo fondamentale nella commedia del terrore e nel rendere la popolazione una massa inerme di codardi lo hanno poi le note mascherine. Completamente inutili per arginare un vero virus letale, lo ribadiva anche l’oms, restano utilissime a far percepire alla gente psicologicamente fragile l’esistenza visibile di un grave pericolo. Senza mascherine i più avrebbero già dimenticato il covid per la semplicissima ragione che in pochissimi sono stati toccati direttamente o nelle proprie conoscenze da questa malattia. Come detto nonostante le dichiarazioni catastrofiche non abbiamo le cataste di morti per le strade. Ergo serviva qualcosa di diverso per convincere la gente. Le mascherine in questo sono davvero perfette oltre ad essere un evidente simbolo di sottomissione. Lo schiavo, codardo, è grato al suo padrone che gli consente di vivere e per questo deve tenere la bocca rigorosamente chiusa. I codardi e chi ha sviluppato la patologia dell’ipocondria accettano le mascherine senza alcun senso critico, accettano comportamenti che, come ben evidenziato anche da Vittorio Sgarbi, sono mere ostentazioni, dei rituali. Il più patetico? Entrare in un bar o in un ristorante mascherati come dei coglioni per poi togliersi tutto una volta arrivati al tavolo o al bancone, come se a quel punto il virus letale smettesse di esistere. A logica ci togliamo le mascherine nel punto più pericoloso ma così facendo rispettiamo e divulghiamo il rituale della paura.

Lo stesso dicasi per le mascherine all’aperto dopo le 18:00. Come se ci trovassimo, anche questa l’avete già sentita, innanzi ad un virus vampiro che entra in servizio solo con il calare delle tenebre. E non dite che è per la “movida”, gli assembramenti ci sono ovunque e tutti i giorni, i contagi sono cento volte di più di quelli scoperti e comunque i morti nelle strade non ci sono.

A questo punto una persona che non ha perso lucidità in questa situazione distopica avrà ben chiaro che questa crisi è necessariamente ed esclusivamente uno strumento politico. Si usa una malattia che esiste, ma che per fortuna non spaventa più di tante altre, per imporre un nuovo ordine mondiale in cui la paura diventa la leva per cancellare diritti fondamentali in capo ai cittadini, diritti che avevamo conquistato con il sangue quando il mondo non era ancora popolato solo da codardi o da ipocondriaci. Il covid sta completando quanto era stato iniziato attraverso l’economia.

La dittatura che verrà sarà feroce, specie con i dissidenti. Quindi non pensate che continuare a “comportarvi bene” vi darà dei vantaggi. Non sono le multe che rischia chi disobbedisce il pericolo da scampare… in gioco c’è la nostra libertà e la nostra stessa vita e quella delle persone che amiamo.

Come vorrei avere torto, almeno questa volta… ma purtroppo non sarà così.