Dic 11

Mattarella ci commissaria e manda un altro collaborazionista UE a Palazzo Chigi. Adesso basta!

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Il fatto che la democrazia sia tramontata è ormai palese. Da dieci anni, dalla vergogna del Porcellum, non possiamo più scegliere i nostri rappresentati. La Cassazione ha accertato, con la sentenza n. 8878/14, la grave ed oggettiva alterazione dei principi di rappresentatività democratica, fatto senza precedenti storici che dimostra la violazione diretta dell’art. 1 Cost.

Il colpo di Stato ovviamente non iniziò nel 2006, il passaggio del 2006 servì per consolidarlo. Infatti il nostro voto era già diventato inutile dall’avvento di Maastricht e dalla conseguente cessione della nostra sovranità, soprattutto monetaria, cessione che ha causato direttamente la crisi economica in cui viviamo. Avere un Parlamento di nominati dai partiti doveva essere principalmente la garanzia che nessuno mettesse più in discussione gli ordini di Bruxelles, proseguendo nella distruzione del nostro Paese, letteralmente saccheggiato, giorno dopo giorno, dalla finanza internazionale.

Il 4 dicembre, nella speranza dei collaborazionisti nostrani, il vincolo esterno del rispetto della governance economica europea e dei suoi stringenti vincoli di bilancio, sarebbe dovuto entrare in Costituzione. Ma il Paese ha avuto il coraggio di dire no, opponendosi ad una propaganda mai vista, degna delle peggiori dittature.

Ovviamente come avevo annunciato la battaglia non era finita! Mattarella, alleato fedele della grande finanza internazionale (non a caso ha ricevuto la Commissione Trilaterale al Quirinale formalizzando l’inchino della Repubblica), non poteva certo mandarci al voto.

Oggi infatti il rischio di un Parlamento contrario all’UE, in cui si formi una maggioranza ampia diretta al riscatto della nostra sovranità, è alto. Ergo che fare? Naturalmente commissariare l’Italia e portare avanti un Parlamento illegittimo fino alla naturale scadenza.

La scelta del nuovo Presidente del Consiglio è ricaduta su uno dei più stomachevoli servi di Bruxelles, Paolo Gentiloni, già agli Esteri, e convinto sostenitore delle cessioni di sovranità nazionale, fatto che ribadiamolo per l’ennesima volta, costituisce reato, trattasi di delitto contro la personalità dello Stato (artt. 241 e 243 cp).

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A questo punto c’è da immaginarsi che si studieranno qualcosa anche per non farci votare nel 2018 o comunque distorcere la volontà popolare attraverso una nuova legge che, in barba alla democrazia, consegnerà ad un’altra minoranza di collaborazionisti, il controllo del Paese. Quando le dittature escono allo scoperto difficilmente mollano il colpo facilmente.

Le opposizioni, oggi m5s, lega e fratelli d’Italia, oltre ai Parlamentari del gruppo misto, a questo punto dovrebbero fare due cose, di fronte a questo colpo di Stato ormai conclamato. Mettere in stato d’accusa Mattarella, dato che il suo alto tradimento è palese ed oggettivo (mi rendo disponibile a scrivere io un testo inappuntabile), e, una volta che il Parlamento illegittimo lo difenderà con la medesima maggioranza che non è mai stata espressione della nostra sovranità, abbandonare le Camere.

Fine. Nessuna opposizione dovrà più mettere piede in Parlamento spostando la protesta in piazza, chiedendo a Mattarella di sciogliere le camere e poi rassegnare le sue immediate dimissioni. Così si può ribaltare il Paese.

Salvini, Meloni e Grillo, questa è la sola cosa da fare, siamo innanzi ad un colpo di Stato conclamato, vogliamo continuare a guardare?

Io sono stufo di guardare!

Avv. Marco Mori – Riscossa Italia – autore de “Il tramonto della democrazia, analisi giuridica della genesi di una dittatura europea” disponibile on line su ibs