Apr 10

La mia visione dell’Italia e del mondo.

Chi da anni segue questo sito e la mia attività conosce perfettamente le mie posizioni politiche e le battaglie che porto avanti da quasi vent’anni. Tuttavia, con la campagna elettorale per le elezioni europee, mi auguro che tanti verranno a curiosare senza aver mai letto o visto nulla di me e allora è il caso di ripetere quelli che sono i punti principali in cui credo.

La mia stella polare è l’attuazione della Costituzione primigenia. Ovvero della Carta nella versione scritta dai nostri Padri Costituenti, senza quelle modifiche che nel tempo ne hanno snaturato il senso e lo scopo più profondo, quale ad esempio l’inserimento della follia contabile del pareggio in bilancio.

La Costituzione ha fissato paletti chiarissimi per questa nazione. Ovviamente non si può non partire dall’appartenenza al popolo della sovranità (art. 1). Uno Stato infatti non può esistere senza un popolo, un territorio ed il potere d’imperio di quel popolo su di esso. La sovranità, sul piano interno, deve essere incondizionata ed incondizionabile, solo quando gli effetti delle nostre scelte politiche superano i confini nazionali, allora è possibile ex art. 11 Cost. limitare il suo esercizio, in condizioni di reciprocità con gli altri Stati e per esclusivi fini di pace e giustizia tra i popoli.

Tale paletto rende automaticamente irricevibile l’impianto dell’Unione Europea che non è in alcun modo riformabile. L’unione è semplicemente un insieme di norme giuridiche concepite per impoverire gli Stati in modo che le conseguenti difficoltà spingano verso la cessione sempre maggiore di sovranità in favore del potere economico. L’Unione ha come scopo quello di cancellare la democrazia drenando la nostra ricchezza per portarla verso i pochissimi che oggi di fatto governano il mondo o almeno provano a farlo. Tale operazione consegna alle oligarchie finanziarie quel potere politico che invece spetterebbe al popolo sovrano. In sostanza il problema è proprio l’accumulo di una ricchezza eccessiva nelle mani di pochi, in quanto tale. Questa è l’origine del male del nostro sistema e dipende da una precisa ideologia, il liberismo.

Ecco quindi il secondo punto centrale. L’Unione va distrutta per ridare sovranità al popolo italiano ma esso deve vivere secondo un modello che metta al bando l’idea che il libero mercato debba essere assoluto. Al contrario l’economia deve essere controllata, disciplinata e coordinata dalla Stato ed ancora una volta parliamo solo di attuare la Costituzione che nella sua parte economica prevede esattamente questo. Libera iniziativa privata, ma con il limite della pubblica utilità (art. 41 Cost.). Lo Stato inoltre deve gestire direttamente tutti i settori strategici che non possono, anche per ovvio interesse nazionale, essere lasciati in mano ai privati.

Insomma libertà della piccola e media impresa che ci ha fatto grandi, controllo dello Stato sui macro settori strategici a partire ovviamente dall’energia. L’art. 47 Cost., sempre inserito nella parte economica della Carta, ricorda anche che la Repubblica deve controllare il credito, pertanto qualsiasi forma di Banca Centrale non può essere indipendente dalla politica. E’ lo Stato che deve avere il monopolio sulla moneta la cui quantità disponibile è in via astratta illimitata. La sovranità monetaria è dunque il terzo paletto.

Dobbiamo poi considerare la posizione dell’Italia nel mondo. Sono certamente favorevole alla cooperazione internazionale basata sull’aiuto e la solidarietà reciproca, ma no alla competizione economica tra gli Stati, che rappresenta l’anticamera della guerra. L’interconnessione economica tra le nazioni va contenuta ed i capitali non devono assolutamente circolare, visto che sono semplicemente l’equivalente moderno degli eserciti di occupazione. Il modello internazionale da seguire, per il benessere di tutti e la pace, dovrebbe essere dunque quello che Keynes propose alla conferenza di Bretton Woods diretto a penalizzare i Paesi esportatori e ad aiutare quelli che importano troppo. Modello che fu scartato per la volontà anglo-americana di capitalizzare la vittoria bellica imponendo il dollaro come valuta di riserva mondiale e unico strumento utile a livello internazionale per l’acquisto delle materie prime. Il quarto punto è dunque un’Italia che abbandona i suoi collegamenti con gli Stati sotto il dominio del dollaro per avvicinarsi e collaborare con il resto del mondo, guardando in particolare ai Brics. Questo implica anche la necessità di lasciare la Nato, forza militare a tutela del potere economico anglo-americano.

La conseguenza di tale dimensione di comprensione dei problemi mi ha dunque consentito di aver chiaro che il conflitto in Ucraina è iniziato a causa della Nato per difendere il predominio internazionale anglo-americano che oggi i Brics mettono in pericolo negando al dollaro la sua natura egemonica. La Russia sta semplicemente difendendo se stessa ed il diritto ad un mondo multipolare, proponendo peraltro un modello internazionale, che seppur ancora imperfetto e non al livello di ciò che voleva Keynes, risulta in ogni caso migliore di quello dollarocentrico. Fermo dunque il mio no alle sanzioni, la guerra deve finire con il riconoscimento delle Repubbliche indipendentiste ed un’Ucraina smilitarizzata e senza basi Nato sul suo territorio.

Poi ovviamente c’è la questione Palestinese. Le politiche criminali portate avanti da Israele contro i Palestinesi sono da sempre uno dei principali serbatoi del terrorismo islamico. Israele è il problema. L’attentato di ottobre non è venuto dal nulla ma è stato la conseguenza della violenza. Israele ha ormai da anni occupato illegalmente la Palestina e ridotto Gaza ad un campo di concentramento a cielo aperto. La reazione di Israele ai fatti di ottobre è poi sfociata in un diretto genocidio del popolo palestinese che va fermato. Se c’è qualcuno che meriterebbe il sostegno militare, sarebbero proprio i Palestinesi. La soluzione per l’area è ovviamente quella dei due Stati sovrani, ma è indubbio che i crimini che sta commettendo Israele in questi giorni farebbero quasi pensare che dovrebbe esistere un solo stato, quello Palestinese. Ma è chiaro che non ci si può spingere fino a questo punto, facendo pagare a tutti gli israeliani colpe che alla fine appartengono solo alla loro classe dirigente e a chi stupidamente la sostiene.

Infine dopo il covid non si può che rimarcare che uno Stato non può intervenire sulle libertà dei cittadini o sul loro corpo, neppure per un’emergenza, vera o presunta che essa sia. E non credo ci sia bisogno di aggiungere altro…

Dunque riassumendo, ma poi nei prossimi giorni tornerò come in passato a scrivere articoli di approfondimento sui singoli temi, i punti che porterò anche durante la campagna elettorale per le elezioni europee, sono:

  1. Uscita da euro ed UE;
  2. No al modello economico e sociale liberista, sì a quello socialista previsto in Costituzione, attuiamo la Costituzione per arrivare al pieno sviluppo della persona umana;
  3. Sovranità monetaria come precondizione per una piena sovranità popolare;
  4. Fuori dalla Nato e riposizionamento dell’Italia verso i Brics e gli altri Paesi non allineati alla dittatura del dollaro;
  5. Pace in Ucraina con riconoscimento delle Repubbliche indipendentiste e smilitarizzazione completa del Paese;
  6. Pace a Gaza con la creazione di due Stati indipendenti e sovrani e con Israele che dovrà abbandonare i territori illegalmente occupati.
  7. No ad ogni trattamento sanitario in contrasto con al volontà dei cittadini e no a misure che sospendono i diritti fondamentali degli individui anche in caso di emergenza (vera o presunta). 

 

Marco Mori, candidato per il Nord-Ovest per la lista “Libertà” alle prossime elezioni europee.