Viviamo tempi in cui le stupidaggini ci vengono raccontate a reti unificate dai principali mezzi di comunicazione. Questa vergognosa propaganda talvolta rende difficile per le persone rendersi conto immediatamente dell’assurdità di certe affermazioni che dovrebbero suscitare unicamente grande ilarità in chi le ascolta.
Uno degli esempi più clamorosi di queste falsità è l’affermazione che le tasse servono per pagare la spesa pubblica, quando in realtà è vero l’esatto contrario, è la spesa pubblica che consente di pagare le tasse. Esprimere questo concetto apparirà ovvio e scontato a chiunque comprenda le basi della macroeconomia e della contabilità pubblica, ma sembrerà assurdo a tutti gli altri, proprio in virtù del lavaggio del cervello fatto attraverso la propaganda.
Spieghiamo dunque la realtà con uno degli esempi che faccio più spesso nelle mie conferenze. Se un popolo intende costituire un nuovo Stato, per definizione, la moneta di questa nuova persona giuridica non esisterà già in natura. Non sono i privati infatti a creare la nuova moneta nelle cantine delle proprie case, la moneta viene creata dallo Stato, da un soggetto pubblico.
E’ la nuova figura giuridica che chiamiamo Stato che crea il denaro e, dopo averlo creato, lo distribuirà alla popolazione con la spesa pubblica, magari per pagare il lavoro di chi costruirà strade, scuole, ospedali e tanto altro. La moneta con cui pagare la spesa viene dunque creata dal nulla e distribuita nel sistema dal settore pubblico. E’ immediato comprendere che lo Stato non potrà mai tassare prima di aver creato e distribuito la moneta. Dunque tassare è un’azione successiva alla spesa ed è l’azione con cui lo Stato recupera una parte della moneta emessa e ciò per varie ragioni di carattere economico e sociale, tra cui mai rientra il potere di affrontare nuove spese, che dipende solo dalle scelte politiche che si intendono fare. Non esistono limiti monetari dunque alla capacità umana di fare, uno Stato può costruire sul territorio tutto ciò che le persone che lo compongono sono in grado di fare con i mezzi reali a disposizione.
La tassa ha pertanto altre funzioni. Servirà certamente per imporre l’uso di una moneta su un dato territorio, lo Stato monopolista obbliga a pena sanzioni i cittadini a pagare imposte nella valuta che crea dal nulla affinché la moneta sia effettivamente utilizzata dagli stessi. Ancora servirà per redistribuire ricchezza, si evita che il denaro creato si accumuli nelle mani di pochi anziché distribuirsi equamente tra i consociati con conseguenti problemi anche sul piano politico e democratico. Infine la tassa servirà per togliere dal sistema l’eventuale moneta in eccesso, ad esempio per contrastare ipotetici fenomeni di innalzamento dei prezzi (inflazione) o comunque soprattutto per motivare le persone a svolgere un’attività lavorativa impedendogli di accumulare capitali che potrebbero spingerle verso l’ozio. Questo lo ricordo sempre alla categoria dei buontemponi che sono capaci di scrivere “ma allora perché non diamo un miliardo di euro ad ogni cittadino”, non glielo diamo perché difficilmente un miliardario si alzerebbe per andare a lavoro tutti i giorni ed è ovvio che se nessuno lavorasse la società andrebbe a rotoli.
Affermare che invece le tasse paghino la spesa pubblica rappresenta una clamorosa falsità. Ora si potrebbe obiettare che lo schema sopra descritto vale solo per uno Stato che ha la propria sovranità monetaria, non vale più invece per gli Stati che non possono creare moneta, ad esempio come successo a noi con l’ingresso nell’euro incubo.
Premettendo il fatto che se lo Stato non può creare moneta, semplicemente non è più tale e non è più un soggetto di diritto pubblico avendo perso il potere di imperio, si deve evidenziare come quanto detto resti vero anche nella zona euro.
L’euro circolante è stato prima creato, in forma fisica e telematica, e solo dopo la sua creazione abbiamo iniziato a pagare le tasse in euro. Ma resta il fatto che anche dentro la zona euro non sarà mai possibile tassare in misura maggiore rispetto alla quantità complessiva di moneta creata e distribuita attraverso la spesa. In sostanza il limite massimo della tassazione possibile è pari esattamente alla quantità complessiva di moneta elettronica o fisica esistente. Quando vi dicono che dobbiamo ripagare il debito, che è semplicemente la quantità di moneta creata dallo Stato e lasciata nel settore privato, vi dicono quindi che vogliono appropriarsi dei nostri risparmi ed impoverirci. Se vi dicono che lo fanno per pagare la spesa vi stanno solo mentendo.
Non esiste obiezione di sorta e ogni tentativo di rendere la questione più complessa di così non cambia il paradigma di fondo. Non sarà mai possibile recuperare con la tassazione più di quanto denaro sia stato creato e distribuito nel sistema con la spesa pubblica e dunque sarà sempre la spesa che consentirà di pagare le tasse!
E in un sistema aperto? Le tasse globali non potranno mai essere maggiori della moneta complessivamente creata dal nulla sul pianeta. Fatevene una ragione, per avere una tassa occorrerà sempre e comunque aver prima creato la moneta per pagarla.
Buon risveglio!
Marco Mori