Vi avevo già pubblicato integralmente il discorso che Mario Draghi ha fatto a Rimini, vista la sua straordinaria importanza.
Ma ora voglio più brevemente soffermarmi su questo suo passaggio, che potrebbe essere sfuggito nel mio precedente lungo video commento:
“L’Unione si è poi evoluta di nuovo negli anni dopo la guerra adattandosi gradualmente alla fase neoliberale tra il 1980 e i primi anni del 2000. Questo periodo fu caratterizzato dalla fede nel libero scambio e nell’apertura dei mercati, da una condivisione del rispetto delle regole multilaterali e da una consapevole riduzione del potere degli Stati che attribuivano compiti e autonomia ad agenzie indipendenti.
L’Europa ha prosperato in quel mondo: ha trasformato il proprio mercato comune nel mercato unico, è diventata attore fondamentale nell’Organizzazione Mondiale del Commercio e ha creato autorità indipendenti per la concorrenza e la politica monetaria. Ma quel mondo è finito e molte delle sue caratteristiche sono state cancellate.
Mentre prima ci si affidava ai mercati per la direzione dell’economia oggi ci sono politiche industriali di grande respiro. Mentre prima c’era il rispetto delle regole oggi c’è l’uso della forza militare e della potenza economica per proteggere gli interessi nazionali. Mentre prima lo Stato vedeva ridursi suoi poteri, tutti gli strumenti sono oggi impiegati in nome del governo dello Stato.
L’Europa è poco attrezzata in un mondo dove geo-economia, sicurezza e stabilità delle fonti di approvvigionamento più che non l’efficienza ispirano le relazioni commerciali internazionali. La nostra organizzazione politica deve adattarsi alle esigenze del suo tempo quando esse sono esistenziali: noi europei dobbiamo arrivare a un consenso su ciò che questo comporta”.
Siete sobbalzati dalla sedia? Già, Draghi ammette espressamente che in nome dell’ideologia neoliberista e dunque dei grandi gruppi economici, hanno consapevolmente tolto sovranità e indipendenza agli Stati creando autorità (indipendenti) in particolare in materia monetaria, e questo fino agli anni 2000. In realtà hanno proseguito fino ad oggi, ma una simile aperta confessione resta comunque eclatante.
Ricordo che fino alla riforma del codice penale del 2006, l’art. 241 puniva con l’ergastolo chiunque menomasse l’indipendenza e la sovranità, cosa che Draghi ammette di avere, in concorso con altri, deliberatamente fatto.
Vero, il codice è stato modificato con l’inserimento della parolina, salva colpo di Stato bianco, “violenza”, ma l’ammissione resta comunque sconcertante. Fermo restando che tale condotta resta a mio avviso ancora punibile oggi, sia attraverso altra norma, il 243 c.p., sia perché la violenza c’è stata eccome e c’è ancora oggi contro chiunque provi solo a dire di voler riconquistare la propria sovranità! Essendo infatti violento anche un comportamento clandestino e manipolatorio, che è esattamente ciò che hanno fatto i neoliberisti per convincere il Parlamento, ad arrivare alla cessione di sovranità. Come è inoltre violento (e dunque reato) usare le autorità “indipendenti” create per ricattarci, ad esempio sui titoli di Stato come avvenne nel 2011, quando temevano che volessimo riprenderci la sovranità monetaria.
E adesso? Draghi nel suo intervento ci dice anche che oggi la situazione è cambiata e ora al potere economico serve nuovamente uno Stato, ma più grande e forte, appunto l’UE. Ma sapete per fare cosa? Per fare un grande piano industriale per andare alla guerra con Russia e Cina, che si stanno opponendo al modello neoliberale anglo-americano nato dalla fine del secondo conflitto mondiale.
Mala tempora currunt.
avv. Marco Mori