Mar 05

Come una legge elettorale disattiva la democrazia e regala il Paese al potere economico.

Nel post elezioni c’è un aspetto che non viene minimamente trattato, in quanto non visibile alla maggior parte dei cittadini e dei commentatori. Pochi minuti fa ho però letto un articolo di Repubblica, che al di là del consueto livore verso CasaPound Italia, ha posto l’attenzione proprio sul problema di fondo su cui volevo scrivere: ovvero che il risultato potenziale della forza politica sovranista (consentitemi di non chiamarla come fa Repubblica “neofascista”, anche perché tale definizione nel sentire comune è sinonimo di forza eversiva, cosa che CasaPound non è) è stato letteralmente cannibalizzato dalla Lega Nord.

In sostanza Repubblica afferma correttamente che il voto di chi voleva combattere contro Bruxelles è finito, talvolta anche a malincuore, alla Lega. Questo poiché la preferenza a tale partito è stata considerata unanimemente più utile, trattasi infatti di una forza più grande, che gode di spazi mediatici di centinaia di volte superiori a quelli di CPI, e dunque con maggiori possibilità di andare a governare il Paese.

Tale concetto non sorprende più nessuno, poiché il “voto utile” è diventato ovvio per tutti. Tuttavia il “voto utile”, assieme all’assenza di preferenze e alle distorsioni maggioritarie, di cui peraltro la stessa soglia di sbarramento ne rappresenta una delle possibili forme, sono esattamente ciò che consente ai mercati finanziari di governare la nostra democrazia.

Il più grande esempio democratico della nostra storia si rinviene nella Costituzione del 1948, il dolore di un popolo scosso dalla guerra è stato la leva per codificare una vera democrazia, nel senso più pieno del termine.  Secondo i Costituenti, in opposizione al precedente modello Fascista in cui l’esecutivo rendeva quasi un inutile orpello il Parlamento, era necessario fare in modo che ogni decisione dello Stato passasse per il dibattito che doveva avvenire attraverso il confronto parlamentare tra tutte le opinioni del Paese.  Proprio per tale ragione il sistema elettorale con cui fu eletta la stessa Assemblea Costituente fu un proporzionale puro con sbarramento allo 0,5, sistema che alla Camera fu mantenuto, salva la parentesi della cd. legge truffa, fino al 1993.

La sola forma di democrazia parlamentare possibile era ed è questa. Tutto il resto è mera oligarchia, nelle sue diverse varietà. Negli anni tuttavia tale sistema pienamente democratico è andato distrutto e la ragione per cui ciò è stato voluto è semplice. Visto che la soglia di sbarramento è un correttivo della formula proporzionale che impone un effetto maggioritario al fine di agevolare la governabilità, essa è sia utile a dare la maggioranza a chi non la ha garantendo governabilità, sia a scoraggiare altri cittadini a creare da zero nuovi partiti, consolidando lo status quo.

Appunto torniamo sempre al solito problema. Come ha specificato elegantemente anche Gustavo Zagrebelsky, il termine governabilità sta a significare semplicemente l’attitudine di un Paese ad essere governato. Ma allora chi ci governa realmente dal 1993? Ovviamente i mercati finanziari, il potere economico ormai così forte da decidere al posto dei Parlamenti. Tuttavia tale potere, come ogni forma di dittatura, aveva bisogno di mezzi giuridici, appunto le leggi elettorali, per consolidarsi definitivamente ed essere al riparo da pericolosi, per loro, rigurgiti di democrazia. Lo stesso Fascismo, visto che ora va di moda parlarne, si consolidò attraverso una legge elettorale, la ben nota legge Acerbo.

In Italia lo sbarramento allo 0,5% è stato mantenuto fino al 1993. Ovviamente torniamo sempre agli anni novanta, gli anni in cui, dopo la caduta del muro di Berlino, ultima barriera ideologica al supercapitalismo, è scattata la fase finale dell’aggressione della grande finanza alle democrazie continentali. Sono gli anni della stipula del Trattato di Maastricht e delle cessioni radicali delle fondamentali sovranità nazionali ad organismi sovranazionali non democratici, infatti.

Chi abolì tale sistema elettorale democratico? Ancora, guarda caso, troviamo un volto oggi molto noto, ovvero Sergio Mattarella che fu l’autore della legge elettorale che cancellò per sempre la nostra democrazia, e ciò nel nome della stabilità desiderata dai mercati finanziari. Erano gli anni bui della crisi causata dall’ingresso dell’Italia nello SME e dal divorzio tra Tesoro e Banca Italia, atti che avevano compromesso la sovranità monetaria nazionale esponendoci al ricatto dei mercati. Ricordiamo ad esempio l’incredibile aggressione alla Lira compiuta da Soros nel 1992, Soros che non a caso in questa campagna elettorale appoggiava Emma Bonino.

Appare chiaro quindi, a meno di non avere la mente obnubilata dalla propaganda di regime, che la funzione della soglia di sbarramento è quella di impedire a nuovi partiti di accedere alla politica e di influire, come prevede la Costituzione, nella vita pubblica del Paese. In sostanza lo sbarramento non solo sottrae sovranità al popolo con lesione del principio di rappresentatività democratica e di eguaglianza del voto, ma impedendo l’accesso alla politica, impedisce parimenti anche la visibilità mediatica che ne conseguirebbe, a sua volta decisiva per aumentare il proprio consenso. Tutto questo a prescindere dalla diversa opinione di Enrico Mentana, che anche ieri sera al cospetto di Simone Di Stefano fingeva di non capire in pubblico che l’esito del voto in questo sistema è deciso dall’esposizione mediatica e dai soldi dei finanziatori.

Lo sbarramento può essere superato solo da chi ha una forza economica tale da pubblicizzarsi in maniera faraonica, forza che guarda caso possono avere proprio gli stessi gruppi finanziari che mettono sotto scacco le democrazie.

Per questo sorrido amaramente quando si richiama al “voto utile”, perché non si comprende che è proprio questo ad aver portato l’UE a schiacciarci con facilità, il ricambio politico è sostanzialmente impossibile e il popolo non può influire nella vita politica del Paese. Se non ci fossimo discostati dal sistema elettorale proporzionale il progressivo annientamento nazionale non sarebbe stato possibile.

Nell’attuale scenario per il potere economico diventa assai facile controllare i due partiti che di solito si alternano nelle moderne dittature bipolari (che qualche povero ignorante chiama moderne democrazie), che nascono in forza di sistemi elettorali distorti su base maggioritaria nelle varie forme in cui ciò è possibile, appunto passando dalle soglie di sbarramento al premio di maggioranza. Talvolta, come accaduto in Italia, capita che i poli diventino tre, ma questo può considerarsi quasi un mero incidente di percorso, se non addirittura una strategia stessa dei soliti poteri economici. Peraltro anche se strategia di poteri forti non fosse, e dunque non aderendo a tesi filo complottiste, l’esplosione del cinque stelle fu comunque oggettivamente legata alla visibilità mediatica di Grillo, in grado di dare al movimento la forza di passare le soglie di sbarramento, soglia che apre automaticamente anche alla conseguente visibilità mediatica e rassicura l’elettore dalla paura di sprecare il proprio voto. Senza contare che sempre e solo grazie alla visibilità si ottengono poi gli attivisti necessari a creare la base di un partito.

Insomma la politica si è ribaltata. Non è praticamente più possibile tornare alla democrazia perché non è possibile per i cittadini riunirsi in partito e concorrere alla vita politica del Paese. Il sistema di difesa del Parlamento da pericolosi partiti liberi dal controllo del potere economico è poi oggi così consolidato che, ferma la necessaria soglia di sbarramento, si è potuto, come fatto in Italia, addirittura tornare quasi ad un sistema proporzionale puro. Perché questa scelta da parte dei gruppi di potere economico? Anche qui chiudere il cerchio è facile. Una volta che, grazie ai trattati europei, si sono costruiti vincoli che mettono un Paese sotto pilota automatico, diventa addirittura politicamente auspicabile non avere una maggioranza politica, ma una maggioranza che agisce secondo logiche emergenziali in ossequio dei vincoli di Bruxelles. Ed ecco che il grande pareggio delle elezioni di ieri garantisce la formazione matematica di un governo tecnico che, nell’emergenza della crisi finanziaria, dovrà solo fare il lavoro sporco chiesto dalla Troika. Chi vi aderirà (visto il risulta c’è un’ampia gamma di opzioni), avrà pure la scusa di dire agli elettori che la colpa è la loro, se avessero pensato al “voto utile” questo non sarebbe mai accaduto.

La morale di questa storia “preparate le mutande di ghisa”. La seconda morale, a mio esclusivo uso e consumo, è “se mia madre mi avesse fatto più stupido forse oggi vivrei meglio e avrei votato convintamente uno dei leader di qualche grande partito nella cieca convinzione che qualcosa possa davvero cambiare se i somari che hanno votato inutilmente i piccoli partiti avessero votato meglio…”. 

Avv. Marco Mori, autore de “il tramonto della democrazia, analisi giuridica della genesi di una dittatura europea”, disponibile su ibs.