Mag 01

Abbiamo un avversario peggiore della finanza internazionale: gli ignoranti.

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L’ignoranza oggi ha un peso devastante nella nostra società. Una grande fetta della popolazione non è in grado di capire i concetti più banali in materia di moneta e contabilità pubblica, così finendo per collaborare attivamente alla diffusione delle menzogne dell’oligarchia dominante.

In troppi credono che gli Stati possano fallire e che la moneta, evidentemente, possa mancare. Non ci sono le risorse finanziarie ci dicono, mancano le coperture. È sconcertante come una simile balla, senza alcun senso, venga creduta. È come credere a Babbo Natale o agli asini che volano. È terrificante che possano esistere certi livelli di stupidità.

Credere a questa menzogna è la precondizione necessaria per accettare inermi l’intero contesto socio economico in cui viviamo. Solo ritenendo che davvero i soldi manchino è possibile infatti accettare una simile macelleria sociale. Solo così si può accettare una disoccupazione in doppia cifra o che, ad esempio, i terremotati non vedano ricostruite le proprie case senza ritardi.

Il perché una grande fetta della popolazione non riesca a capire concetti tanto semplici deve ricercarsi indubbiamente in meccanismi psicologici. Come mi ha ben spiegato il grandissimo prof. Mauro Scardovelli, essi finisco con il mettere la loro identità personale su questi concetti. In sostanza la loro sudditanza al sistema diventa patologica e non è superabile semplicemente dicendogli la verità. Avrebbero bisogno di cure, di una vera e propria terapia che solo un professionista può somministrare.

Anzi, come spesso si vede, addirittura queste persone diventano ostili verso la verità e si esprimono con insulti per difendere il mondo di fantasia in cui credono. Babbo Natale esiste per loro e non ci sono modi per fargli accendere nuovamente il cervello.

Milioni di persone in Italia pensano che costruire le meraviglie di cui siamo capaci, impoverisca il nostro futuro, benché appunto solo una mente obnubilata e fortemente patologica può credere a questa fandonia.

La ricchezza finanziaria è illimitata, lo è per definizione poiché è semplicemente virtuale. Si crea dal nulla, basta la pressione di un tasto su un computer. Solo la ricchezza reale è invece limitata perché richiede risorse umane e materiali, entrambe finite per definizione. Non potrò avere ancora operai quando tutta la forza lavoro sarà occupata, parimenti non avrò altro ferro quando tutto quello esistente sarà stato utilizzato.

In sostanza, spieghiamolo ancora una volta, la moneta è un mero strumento, alternativo al baratto, per consentire lo scambio di beni o servizi. Una convenzione, l’unità di misura del valore di un bene o di un servizio.

La quantità di moneta che desideriamo immettere in circolo è tra le scelte più importanti di una Nazione poiché da essa dipende il buon funzionamento dell’economia, la stessa voglia delle persone di lavorare ed impegnarsi. Se è troppo poca, come avviene oggi, l’economia muore. Se fosse troppa, ugualmente, ci troveremo in grave crisi. Finché la moneta esisterà il sistema funzionerà così.

Il debito pubblico è invece il credito del settore privato. Altro concetto che fa “sclerare” gli affetti da ignoranza sistemica. È ovvio che uno Stato, appena si crea per accordo di una popolazione su un dato territorio, non dispone di disponibilità finanziarie ottenibili attraverso la tassazione dei cittadini. Perché essi possano essere tassati occorre che lo Stato prima spenda la propria moneta, ovviamente dopo averla creata dal nulla. Le tasse diventeranno in prima battuta il modo per imporre ai cittadini l’accettazione di quella moneta. In seguito redistribuiranno la ricchezza e dreneranno la moneta in eccesso.

La spesa pubblica dunque è il modo con cui il denaro entra nell’economia ed ovviamente, più un Paese è ricco di risparmi, più il suo debito pubblico dovrà necessariamente essere alto. Il risparmio privato è infatti il deficit del settore pubblico. Poi ovviamente rileva chi controlla il debito pubblico, ragione per cui cedere la sovranità monetaria è un’azione semplicemente suicida per uno Stato.

Oggi, come detto, l’Italia muore perché c’è meno moneta nell’economia reale di quanta ne servirebbe per il suo normale funzionamento e dunque il debito pubblico è troppo basso.

Abbiamo fatto troppo poco deficit (negli ultimi vent’anni il Paese fa avanzo primario senza soluzione di continuità, ovvero ogni anno tassa più di quanto spende), la gente non ha i soldi per consentire alla domanda di tenere il ritmo della produzione, che così finisce con il calare.

È delirante vedere ogni giorno giornalisti da TSO che raccontano alla gente l’esatto opposto, gente ormai convinta che i soldi sono spariti per corruzione ed evasione…

Come se corruzione ed evasione facessero sparire nel nulla la moneta creata… Come se la moneta complessiva potesse essere più di quanta ne è stata creata. In realtà questa convinzione è fantastica per la finanza che così ci convince che lo Stato, autorità che potrebbe spazzarla via, debba sparire. Le imprese creano beni reali, ma non possono creare moneta, dunque un’impresa non può nulla contro politiche monetarie sbagliate.

Si confondono questioni di redistribuzione della ricchezza con la quantità complessiva di moneta necessaria al funzionamento dell’economia. Ma non ho voglia di fare un articolo troppo tecnico su questi temi, volevo solo ricordare a tutti che questi ignoranti che credono a certe balle sono la ragione per cui la liberazione dai 4 sfigati che pensano di controllare il mondo sia un compito così difficile…

Potremmo prendere queste bizzarre oligarchie a calci in culo… ma siamo troppo stupidi per farlo… Perché c’è il debito pubblico creato da corruzione ed evasione.

Se avete un familiare o un amico in questo stato, convincetelo a curarsi, voi non potete più fare nulla per lui…
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Avv. Marco Mori – Riscossa Italia, autore de “Il tramonto della democrazia, analisi giuridica della genesi di una dittatura europea” disponibile su ibs