Set 12

Sindaci o capri espiatori? Riflessione obbligatoria dopo il disastro di Livorno.

Che cos’è il pareggio in bilancio? Si tratta di quella simpatica regola che impone allo Stato di non spendere più denaro di quanto ne recupera attraverso le tasse. Mediamente le persone poco informate possono ritenere che questo sia una bella cosa, che uno Stato che non “spreca” possa tassare di meno e la gente possa così essere più ricca.

Chi mi legge ormai sa bene che non è così. La moneta non cresce nei campi. Vedete forse coltivazioni di denaro con gente che si occupa della sua raccolta? Immagino di no. La moneta si crea dal nulla, stampandola o più semplicemente premendo un tasto su un computer. Questo dovrebbe subito farvi capire che lo Stato non è un’azienda e se tassa quanto spende semplicemente decide scientemente di non immettere nuova moneta in circolazione. In sostanza la spesa pubblica è solo il modo con cui la moneta viene immessa ed indirizzata a fini redistributivi nell’economia.

La realtà degli ultimi 25 anni è ben peggiore di quanto appena narrato peralto. Lo Stato addirittura non tassa quanto spende, ma tassa ancora di più, drenando letteralmente denaro dall’economia reale. Lo Stato ha ceduto la sua sovranità monetaria ed è stato retrocesso al ruolo di qualsivoglia soggetto privato. Lo Stato anno dopo anno dunque deve fare i conti con continui tagli obbligatori alla spesa pubblica.

Questi tagli hanno effetto in tutti i settori chiave della nostra nazione, dalla salute, all’istruzione per arrivare al lavoro ed anche a ciò che poi è il tema di questo articolo: la mancata messa in sicurezza del territorio. Diciamolo chiaro la perdita della sovranità monetaria ed economica non consente al Paese di fare quanto materialmente sarebbe in grado per la messa in sicurezza di un territorio a vastissimo rischio idrogeologico come il nostro.

I drammatici fatti di Livorno, che trasformeranno il Sindaco Nogarin, nel nuovo capro espiatorio cittadino non sono che l’ennesima conferma di quanto dico. Il clima è probabilmente cambiato, i fenomeni atmosferici sembrano di maggior violenza, ma le nostre città non si sono adeguate minimamente perché non ci sono i soldi. A monte di una costruzione magari errata o addirittura abusiva sta il fatto che le pubbliche vie non debbono trasformarsi in fiumi in piena ed i fiumi a loro volta non debbono straripare dagli argini in un centro urbano.

Ancora una volta le Procure guarderanno la pagliuzza nell’occhio, cercando di valutare il rispetto delle norme, magari anche di quelle circa la correttezza delle procedure di allerta, su cui ad esempio a Livorno già infuria la polemica. Invece dimenticheranno che la sola cosa che ha un nesso causale diretto ed immediato con simili tragedie è il mancato adeguamento delle reti fognarie e dei bacini ad una portata d’acqua di molto maggiore a quella del passato.

Uno Stato normale potrebbe risolvere  il problema, uno anormale o meglio un non Stato come il nostro, non può fare nulla più che mandare in galera l’ultima ruota del carro, un Sindaco la cui massima colpa in realtà altro non è che quella di non aver compreso cosa sia l’euro e cosa siano i suoi vincoli criminali. Personalmente ero candidato a Sindaco di Genova e nel mio programma infatti vi era la messa in sicurezza del territorio senza limiti di spesa. Ovvero in sostanza se avessi vinto avrei detto: “caro Governo o mi dai i soldi necessari oppure la città la fai governare da un bel commissario”. Io non sarei mai andato in galera perché “non ci sono i soldi!”L’ex Sindaco di Genova invece, Marta Vincenzi, pare già sulla buona strada dopo la condanna a 5 anni di reclusione che ha subito in primo grado per l’alluvione del 2011, trattasi del primo Sindaco condannato per omicidio colposo a seguito delle conseguenze di un evento atmosferico.

Se lo Stato, senza alcun limite di spesa iniziasse tutte le opere necessarie alla messa in sicurezza del territorio certe tragedie non sarebbero più all’ordine del giorno. Un vasto piano pluriennale che contempli anche il rischio sismico sarebbe un modo eccellente per immettere la giusta quantità di moneta nell’economia e far ripartire la domanda di beni di consumo che a sua volta incrementerebbe la produzione e l’occupazione.

Pensate sia impossibile? Falso. Tecnicamente è assai semplice esaminare le serie storiche delle precipitazioni in certe zone ed è semplice calcolare la portata di fiumi e fognature. Se uno Stato “normale”, e dunque nel possesso della sua normale sovranità, fissasse per legge un parametro di sicurezza, che preveda che la capacità di raccolta debba ad esempio essere il doppio di quella massima storicamente registrata, non avrebbe problemi finanziari di sorta a dare corso a questo piano.  Non ci sarebbero folli vincoli astratti, l’unico limite sarebbe la disponibilità di risorse reali, dovremmo in sostanza chiederci abbiamo uomini e materie prime per fare tutto ciò che serve? Se la risposta è sì il piano potrà iniziare subito ovunque, se è negativa si dovrà dare priorità alle aree a più alta densità abitativa per poi mettere in sicurezza, passo dopo passo, l’intero territorio. Ma il limite appunto è solo umano e reale, giammai virtuale come vorrebbe la finanza con i suoi criminali vincoli di bilancio. Sogno un’impresa di Stato che abbia come scopo la messa in sicurezza del territorio del Paese, quanti posti di lavoro e quanta ricchezza in più per tutti noi, ovviamente per tacere di quanto sia importante tutelare vita. Morire annegato in una moderna città nel 2017 non è accettabile.

Mi sento ovviamente umanamente vicino a Nogarin per la tragedia vissuta dalla sua città e per la sua tragedia personale che purtroppo vivrà quale facile capro espiatorio, ma allo stesso tempo ricordo a tutti che c’è un vecchio principio di legge che ha effetti anche nella vita reale: l’ignoranza non scusa. E qui l’ignoranza di Nogarin è quella di non aver capito che fare il Sindaco rispettando i vincoli di bilancio è semplicemente un atto suicida!

Ma se non erro giorni fa si vantava sui social di non meglio precisati milioni di euro risparmiati, e dunque non utilizzati per altre voci di bilancio, dal suo Comune. Se è vero posso solo dirgli amichevolmente e senza offesa “bravo furbo”. Quando una P.A. spende addirittura meno di quanto avrebbe potuto all’interno delle folli regole di bilancio impoverisce ulteriormente la collettività. Se lo Stato risparmia noi siamo più poveri, vale sempre, anche quando spreca i soldi, perché anche i soldi sprecati entrano nell’economia e poi circolano passando anche dalle vostre tasche.

E chi non ci crede vada a studiare. Le mie non sono opinioni ma fatti.


Avv. Marco Mori, autore de “il tramonto della democrazia, analisi giuridica della genesi di una dittatura europea” disponibile on line su ibs