Ott 19

Covid, che fare?

Sapete da tempo che la mia posizione non è solo critica verso il Governo sulla gestione dell’emergenza sanitaria in essere, se così vogliamo chiamarla, ma è addirittura feroce. Ritengo che le misure prese per fronteggiare il covid siano un atto illecito, degno di un regime e non siano minimamente compatibili con una democrazia.

Mi risulta altresì chiaro che le scelte del Governo non sono mai state realmente dirette a tutelare la salute, ma a dare all’Italia un vero e proprio colpo di grazia dal punto di vista economico affinché la Nazione tutta non possa più porre alcuna resistenza alle cessioni di sovranità verso l’UE dei mercati e della finanza speculativa che sono in corso ormai da decenni.

Tale azione di distruzione della sovranità nazionale non riguarda certamente solo l’Italia, ma sostanzialmente riguarda l’intero blocco occidentale, con pochissimi Paesi ribelli. Siamo davanti ad un vero reset del nostro modello socio-economico. In questo articolo non voglio parlavi di come il potere economico si sia consolidato al punto da essere in grado di fare tutto questo, ho già spiegato più volte i termini del problema. Ma siccome critico duramente il Governo sulla gestione covid voglio provare a spiegare, soprattutto alla parte più impaurita della popolazione, cosa andrebbe fatto per tutelare davvero la nostra salute, senza rinunciare alla libertà personale che è un diritto, pochi lo ricordano, pacificamente sovraordinato alla salute stessa. Nella storia si è sempre stati disposti a sacrificare la vita per la libertà, il contrario lo stiamo vedendo per la prima volta in questi tristi tempi.

Ma andiamo con ordine e partiamo da un dato di fatto che va accettato al netto delle emozioni. I dati dell’epidemia non sono affatto catastrofici. Il covid è fortunatamente una malattia a bassa letalità, nessuno può negare questa affermazione con cognizione di causa. La si può negare se si è in malafede o se si è terrorizzati. Tertium non datur. I dati dell’Istituto Superiore della Sanità sulla mortalità ci dicono chiaramente che la malattia uccide in misura statisticamente rilevante “solo” persone anziane e malate. L’età media della mortalità per o con il covid è di ottant’anni e dunque appare assolutamente in linea con l’età media della mortalità dovuta per ogni altra causa.

Come avrete poi abbiamo compreso appieno con il recente incremento del numero dei tamponi fatti, curiosamente ed in contraddizione con le raccomandazione della prima ora date dall’OMS a soggetti quasi sempre asintomatici, il numero di positivi è davvero enorme. L’ultimo rilevamento si è avvicinato ad un 5% di positivi su 170 mila tamponi. Tradotto in Italia, alla luce del dato che emerge da questo campione estremamente significativo dal punto di vista statistico, dovremmo realisticamente avere circa 3 milioni di persone attualmente positive. A fronte di questo dato abbiamo una mortalità estremamente bassa e ospedali che hanno ancora capienza. Ma soprattutto sappiamo che la letalità del covid è conseguentemente dello “zero virgola”. Tanto per intenderci abbiamo una letalità che si attesta sui livelli della normale influenza a cui fino ad oggi non avete mai dato peso, ma che uccide nel mondo ogni anno circa 650 mila persone.

Abbiamo però capito un’altra cosa che, pur avendo una letalità appunto in linea con l’influenza, il covid sembra essere più contagioso dato che è stato in grado di creare, e lo abbiamo visto, una pressione maggiore sugli ospedali appunto rispetto alla normale influenza. Vero che anche l’influenza è stata capace di riempire le t.i., ricordiamo ad esempio dalle notizie di stampa il caso della Lombardia nel 2018, ma è altrettanto vero che il covid lo fa più velocemente o che comunque aggiungendosi alle altre patologie esistenti, diventa la goccia che fa traboccare il vaso.

Sgombriamo subito ogni equivoco e ribadiamo quanto ho detto in apertura di questo articolo: le misure di compressione della libertà personale restano illegittime a prescindere dalla saturazione degli ospedali e sarebbero illegittime anche se fuori ci fosse un virus con la letalità al 90% dell’ebola. In una democrazia la protezione dei cittadini non può che essere impostata su base esclusivamente volontaria, non si possono cancellare diritti Costituzionali fondamentali per tutelare la salute. Una democrazia può ad esempio consigliare di non uscire di casa, ma non può certo imporlo. La libertà personale è inviolabile e non poteva essere toccata (sul punto peraltro vi rimando alla bella sentenza del Giudice di Pace di Frosinone, clicca qui).

Dunque fatte queste premesse cosa farei se oggi fossi io al Governo e spettasse a me tutelare la salute dei cittadini? In primo luogo mi occuperei del carico degli ospedali, che è proprio ciò che il Governo Conte non ha fatto, limitandosi a scaricare vergognosamente ogni responsabilità su noi cittadini, dipinti come causa unica della diffusione del virus. Inoltre mai e dico mai si sarebbe dovuto scatenare il panico. Una nazione, anche davanti all’emergenza deve guardare all’interesse nazionale ed il panico non è mai nell’interesse della nazione. Con il covid, per la prima volta abbiamo visto Stati spaventare anziché minimizzare il rischio per tutelare l’ordine pubblico. La diffusione di dati e aggiornamenti in questo modo è una follia, viene fatta senza neppure dare termini di paragone alla popolazione che legge il numero di morti e non sa che nella stessa giornata, a fronte degli 80 deceduti per/con covid, ce ne sono altri 1800, morti di altre e ben più gravi patologie. Una democrazia spiega che esiste un problema, ma non diffonde il panico. Anzi a ben vedere esistono norme del codice penale che dovrebbero essere applicate per punire chi lo fa. Il panico contribuisce a determinare un carico insopportabile per gli ospedali perché oggi un buon 70% della popolazione, spaventata, si recherebbe al pronto soccorso anche per un mal di gola, tanta è la paura che hanno instillato.

Detto questo, anche al di là del panico, l’emergenza covid ha evidenziato la clamorosa inadeguatezza del nostro sistema sanitario così gravemente sottodimensionato in ogni sua parte, che appunto già l’influenza da sola era spesso in grado di mettere in difficoltà nei momenti di picco epidemico. Quando si dice che il covid non è così letale e che le misure sono follia arriva quasi sempre il “covidiota” di turno che, dimostrando il suo cuore compassionevole e il suo amore per il prossimo, ci augura di finire in terapia intensiva o almeno di andare a farci una visita guidata.

La risposta a queste persone dal basso quoziente intellettivo è quasi obbligata, ma voi in terapia intensiva ci avete mai fatto un giro? Sapete di cosa parliamo? Ovviamente (e per loro fortuna) non lo sanno. Immaginano evidentemente reparti sconfinati con migliaia di pazienti intubati, quando spesso è già tanto se un singolo ospedale ha almeno una manciata di terapie intensive. Il Galliera a Genova, ad esempio, ne ha solo 8. Il nuovo centro dedicato al covid di Voltri, sempre a Genova, ne ha 6. Il San Martino, il più grande ospedale sempre della città di Genova, ha 50 terapie intensive di cui 14 dedicate al covid. Vero è che le cure andrebbero somministrate prima di arrivare in terapia intensiva, come dice il Prof. Zangrillo che ha affermato: “quando si arriva lì abbiamo già perso”. Tuttavia è altrettanto pacifico che il numero di posti in t.i. è irrisorio e che le t.i. servono anche, anzi soprattutto, per le altre patologie. Già esistono anche le altre patologie, cosa che i più sembrano ormai aver dimenticato. Addirittura a causa dell’inefficienza del sistema sanitario le cure per le altre patologie oggi vengono rinviate con un impatto sulla mortalità che ovviamente non potrà essere irrilevante, anzi sarà certamente più rilevante del covid, che non può nemmeno avvicinarsi alla mortalità complessiva che fa il cancro o che fanno le malattie cardiache, tanto per fare due esempi. Ho citato i numeri che conosco qui in Liguria, ma il dato della Lombardia, erroneamente considerata un’eccellenza dal punto di vista sanitario, non è più rassicurante: ad inizio emergenza le t.i. erano 700 su una popolazione di oltre 10 milioni di abitanti.  Oppure vogliamo parlare delle sole 300 t.i. disponibili in Piemonte? Se poi scendiamo lungo la penisola troviamo il nulla.

Parlando invece di semplici posti letto la situazione non migliora, ma non voglio annoiarvi con altri numeri. Il punto è che la sanità, come vi ho detto fortemente sottodimensionata già in condizioni normali, con il covid è diventata completamente inadeguata. La risposta a tutto questo, che non può essere togliamo il diritto di vivere ai cittadini, doveva essere una sola: decuplichiamo la dimensione del servizio sanitario nazionale in termini di uomini e di mezzi. Siamo messi talmente male che addirittura il primo soccorso, quello che presta chi per intenderci vi viene a prendere a casa con l’ambulanza è in mano a semplici volontari! Lo Stato è invece assente, lo Stato è morto.

Vi raccontano che mancano i soldi per la sanità ma voi dovete di mandare al mittente questa balla, non dovete crederci, non dovete invocare la fine della libertà personale di nessuno! Anzi ciascuno di noi dovrebbe essere pronto a morire per la propria libertà e per quella degli altri. Lo Stato, se è tale i soldi li crea dal nulla, emette moneta. I limiti per uno Stato sono solo i limiti del mondo reale. Abbiamo uomini e mezzi, e le relative capacità tecniche, per potenziare la sanità? Certo che li abbiamo e avevamo anche avuto il tempo per farlo ma il governo dallo scorso marzo ad oggi, concedetemi un francesismo, non ha fatto “un cazzo di niente”.

La strategia ovviamente non si dovrebbe concludere con l’adeguamento della sanità alla nuova malattia, ma anche con la protezione dei più deboli che in una democrazia si fa in modo diametralmente opposto a quanto ha fatto il Governo assumendosi illecitamente pieni poteri. Una democrazia tutela i più deboli su base volontaria dandogli la facoltà di rimanere protetti nelle loro case, azione che in primo luogo presuppone il sostegno economico pieno ed immediato per le persone che volessero fare questa scelta, vuoi per anzianità, vuoi per pregresse patologie.

Oggi Conte punta solamente a dare la colpa a noi per la diffusione del virus, impone regole idiote, impone le museruole, che al massimo possono peggiorare le condizioni di salute degli italiani anche visto il modo in cui vengono usate (sarebbero usa e getta per la miseria! Non si possono alzare abbassare, mettere in tasca, ecc.). Il tutto al netto della loro pacifica inutilità per contenere i contagi (aumentati anche se le usavano quasi tutti già da tempo). Certo che hanno invece una grande efficacia per alimentare il senso di paura nella collettività al fine di accettare misure che in condizioni normali non avremmo mai accettato.

Un ultimo pensiero, ora che vi ho spiegato ciò che andrebbe fatto, lo voglio dedicare infine a chi insiste nel pretendere che la libertà degli altri sia compressa per tutelare la sua salute. Caro amico credimi, sei solo un povero codardo. Se la nostra società avesse seguito questa regola oggi saremo già estinti. Caro amico se hai paura proteggiti, se hai paura pretendi uno Stato che ti consenta di difenderti nella tua abitazione, ma non azzardarti a pensare di privare gli altri della possibilità di vivere liberi. Potrebbe finire molto molto male… e finirà male se al timone Paese continueremo ad avere simili pagliacci senza spina dorsale.