Apr 19

La Rai al fianco dell’Europa dei banchieri e dei burocrati?

– La società RAI – Radiotelevisione Italiana S.p.a. è attualmente la società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo;

– Com’è noto si è ormai giunti nell’imminenza delle elezioni per il rinnovo dei rappresentanti del Parlamento Europeo che avverranno il 25 maggio 2014;

– Il dibattito elettorale è sostanzialmente incentrato su due posizioni diametralmente opposte: quella di chi è critico o fortemente critico verso il sistema Europa e che, con argomentazioni assolutamente legittime e logiche, sostiene la tesi di un’uscita dell’Italia dall’euro e dall’Unione europea dei banchieri e dei burocrati e chi invece ritiene che serva più Europa e dunque si debbano abbandonare definitivamente le sovranità nazionali;

– Con una serie di “spot” in onda in questi giorni sulle frequenze Rai ed anche disponibili addirittura su apposito sito internet (www.europa.rai.it) la Società concessionaria del pubblico servizio radiotelevisivo ha lanciato una serie di messaggi di carattere palesemente propagandistico con i quali si fa proselitismo in favore dei gruppi politici che sposano le posizioni pro euro e pro Unione europea e ciò in prossimità delle elezioni per il Parlamento europeo;

– Mai si era vista una simile azione di propaganda politica da parte di una concessionaria di un pubblico servizio. Gli interi “spot” e lo stesso sito internet, che peraltro reca in eloquente evidenza la scritta “cantiere Europa”, sono assolutamente sconcertanti nei toni e nei contenuti. In questa sede si trascrive a titolo esemplificativo uno dei video che maggiormente colpisce per i toni propagandistici che utilizza, toni davvero degni di una dittatura:

1941 l’Europa è in guerra e sembra destinata all’autodistruzione sulla piccola isola… (omissis…) due giovani antifascisti al confino scrivono il manifesto per una Europa libera ed unita, sembra una follia, invece finita la guerra sei paesi ci credono. Oggi sono diventati 28, è l’unione europea. Tutti insieme siamo 500 milioni di persone, l’economia più grande del pianeta, ma anche uno spazio di pace e democrazia una qualità della vita fra le più alte del mondo. Se fossimo uno Stato saremmo anche primi alle olimpiadi ma l’Unione europea non è uno Stato ha una moneta ma non un esercito, una politica agricola, ma non una vera politica estera, un mercato unico ma non ancora un senso di appartenenza comune. La sua storia è fatta di successi ma anche di errori. L’Europa è un esperimento mai tentato prima ed ancora in corso per continuare a contare nel mondo, la sua lezione l’ha imparata dalla guerra il suo inno infatti non parla di gloria di morte o di conquiste il suo inno parla di gioia”. Il video solenne ed enfatizzato nell’esposizione si conclude con una frase che compare sullo schermo insieme al logo RAI (in blu su sfondo bianco) semplicemente ridicola per un pubblico servizio: Di Europa si deve parlare e poi in piccolo Per informare non influenzare. Inutile commentare.

– Era proprio dai drammatici anni delle guerre menzionate nel video stesso che non si assisteva, nella televisione pubblica italiana, ad una simile propaganda di regime. Si enfatizza la guerra come motore per la condivisione dell’abbandono delle sovranità nazionali sostenendo che l’unico modo per vivere in pace, in democrazia e per contare nel mondo sia esclusivamente l’Europa e ciò con buona pace di quella grande fetta d’Italia che non vuole fare parte dell’Europa delle banche e dei burocrati.

-Suscita estremo stupore che la Rai S.p.a., la società concessionaria delle frequenze televisive pubbliche, abbia preso direttamente posizione (visto che apparentemente lo spot non reca indicazione di soggetti terzi commissionanti), per una delle due tesi che si stanno confrontando sul panorama elettorale;

Tale scelta aziendale non è assolutamente compatibile con la normativa vigente in materia di cui alla Legge n. 103/1975 e DLT n. 177/2005. E’ assolutamente inammissibile che la Rai usi denaro pubblico per fare propaganda a favore dell’Unione europea dei banchieri e dei burocrati invisa ad una percentuale ormai addirittura maggioritaria degli italiani.

-In particolare è circostanza di palmare evidenza che “L’indipendenza, l’obiettività e l’apertura alle diverse tendenze politiche, sociali e culturali, nel rispetto delle libertà garantite dalla Costituzione, sono principi fondamentali della disciplina del servizio pubblico radiotelevisivo” come da delibera AGCOM n. 138/14/CONS in merito alle disposizioni d’attuazione della disciplina in materia di comunicazione politica e di parità di accesso ai mezzi d’informazione relative alla campagna per l’elezione dei membri del parlamento europeo spettanti all’Italia fissata per il giorno 25 maggio 2014. La violazione di legge è dunque manifesta posto che la Rai si è fatta promotrice di uno degli schieramenti in corsa per le prossime elezioni.

Non si comprende davvero cosa stia accadendo nel nostro paese.

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