Dic 13

Brexit addio?

C’è chi da mesi dice che la Brexit non ci sarà mai. Penso in particolare al sempre attento Claudio Messora, autore del blog byoblu. Ovviamente la sua non era una premonizione, ma una valutazione basata su fatti oggettivi.

Negli ultimi giorni Teresa May, dopo aver apparentemente trovato un accordo di massima per la Brexit, ha fatto una richiesta assolutamente insensata e contraria a quello che avrebbe dovuto fare un premier di un Paese che ha appena votato per lasciare l’UE. Specificatamente la May ha richiesto la permanenza della GB nel mercato unico per altri due anni dopo l’eventuale Brexit, già peraltro precedentemente posticipata al 2019.

L’UE, per tramite il commissario Tusk, ha immediatamente spiegato quali saranno le condizioni per tale permanenza. La GB dovrà rispettare tutta la legislazione europea, incluse le nuove misure emanate, rispettare gli impegni finanziari, accettare la supervisione giuridica Ue e tutti gli obblighi a questa relativi e tutto ciò mentre l’Ue invece continuerà il suo processo decisionale e legislativo senza il Regno Unito, che però dovrà appunto adeguarsi alle decisioni prese. 

Davvero pazzesco, prima si ritarda più volte la Brexit, poi la si annuncia per il 2019 ed infine la si annulla negli effetti almeno per i due anni successivi. Questo è il classico comportamento di chi, in chiara malafede, vuole far credere una cosa al popolo mentre ne fa un’altra. Per trovare un esempio nostrano di tale modus operandi viene in mente certamente la Lega, che si finge no euro a parole circuendo i meno attenti, ma poi corre con chi vuole una maggiore integrazione europea, smentendo le inutili chiacchiere con i fatti.

La May spaccia dunque per Brexit l’assoggettamento totale della GB all’Unione almeno fino al 2021. Davvero incredibile. Assoggettamento che diventa addirittura superiore a quello ad oggi vigente in base al TFUE nel quale la GB aveva conservato, con protocollo separato, piena sovranità. La May abolisce anche questo margine di manovra precedentemente conservato.

Non poteva ovviamente mancare la dura reazione di Nigel Farage che l’8 dicembre scorso ha cercato di aprire gli occhi ai suoi concittadini dichiarando “questa non è la Brexit, noi abbiamo votato per lasciare l’UE mentre la premier concede giurisdizione ad una corte straniera per molti anni a venire”. Questa è per Nigel “una nuova tappa dell’umiliazione che di fatto rinvia la Brexit fino al 2021”.

Purtroppo lo sappiamo i prossimi anni sono quelli decisivi per la costruzione degli USE (Stati Uniti d’Europa), il nuovo super-stato che darà una vera forza militare alla grande finanza internazionale, che ha causato la crisi con cui ci stanno obbligando a cedere sovranità. Dunque era purtroppo logico che la GB dovesse rimanere nella gabbia.  

La capacità di comperare tutto e tutti da parte di questi gruppi finanziari ci fa presagire un funesto scenario futuro… Chiunque vuole lasciare l’UE poi fa inversione ad “U”, da Berlusconi nel 2011 a Tsipras, per passare per Le Pen (che aveva abbandonato in campagna elettorale la posizione euroexit) e Salvini ed arrivare infine alla May.

Se il popolo continua a bersi le chiacchiere ed ignorare i fatti non c’è via di uscita.


Avv. Marco Mori, autore de “Il tramonto della democrazia, analisi giuridica della genesi di una dittatura europea” disponibile on line su ibs.