Feb 13

Governo sovranista? Conte a Strasburgo invoca la cessione di ogni residua sovranità nazionale, è eversione.

Davvero grande è l’importanza dell’ultimo intervento del Presidente del Consiglio italiano Conte a Strasburgo.  I media hanno focalizzato l’attenzione sul falso dualismo tra lui e Verhofstadt che lo ha definito un “burattino nelle mani di Salvini e Di Maio”, creando così una chiaro pretesto per distrarci dal contenuto del discorso che ha avuto purtroppo una portata profondamente eversiva ed anti italiana, fatto che conferma quanto abbiamo già sentito dire più volte da altri membri del Governo, da ultimo l’ormai ex Ministro Paolo Savona.

Durante una recente trasmissione televisiva Savona era infatti stato chiarissimo. La soluzione ai problemi europei passa per l’unione politica, ovvero per la creazione degli Stati Uniti d’Europa. Tanto è stata palese questa uscita da suscitare addirittura l’obiezione di uno dei giornalisti in sala che ha domandato “ma come? Non eravate il governo sovranista? E ora volete gli Stati Uniti d’Europa?”. Ascoltate e giudicate voi:

Ma torniamo a Conte. Mentre il dibattito appunto si infuoca sull’ostilità di Verhofstadt contro l’Italia in realtà è specialmente Conte ad aver pronunciato un discorso profondamente anti nazionale e giuridicamente indiscutibilmente eversivo.  “In un mondo globalizzato”, ha tuonato il Presidente del Consiglio, “nel quale l’economia sembra aver preso il sopravvento sulla politica e sul diritto (…) dobbiamo interrogarci sulla funzione di cui è investita l’Unione Europea sul ruolo che sta per svolgere tenuto conto che gli Stati nazionali e quindi i medesimi Stati membri da soli non sono in grado di rispondere alle complesse sfide globali”. Come abbiamo più volte sentito da tutti coloro che negli anni hanno propagandato la necessità di cedere sovranità nazionale (dal Presidente Mattarella ai principali esponenti del Partito Democratico), anche Conte usa la retorica dell’impossibilità di un singolo Stato di agire sovranamente in un mondo globalizzato, oltre che quella, che qui non vi trascrivo, della pace che l’Unione avrebbe portato.

Fatta la premessa arriva la risposta di Conte alla domanda più importante, ovvero “quale futuro per l’Europa?”.  Qui il Presidente del Consiglio chiaramente afferma, dopo aver espressamente riconosciuto le cessioni di sovranità già compiute in favore dell’UE, che si deve andare avanti: “Ma cosa significa superare l’austerity, non significa certo disconoscere il valore della stabilità finanziaria, significa più complessivamente impegnarsi a perseguire anche il valore della stabilità sociale e dello sviluppo sostenibile (…) la mia risposta è ancora una volta la stessa, l’Europa deve essere vicina ai suoi popoli, l’Unione Europea deve perseguire il suo progetto dal popolo e per il popolo a partire da un Parlamento Europeo con ruoli e poteri rafforzati a partire dal potere di iniziativa legislativa (…)”.

Dare più potere al Parlamento europeo può sembrare una svolta democratica in UE, ma resta inteso che tale maggior potere arriva e deriva solo dalla sottrazione dello stesso dall’orbita della sovranità nazionale. La conclusione poi è ovvia è consequenziale ed è la diretta invocazione della creazione degli Stati Uniti d’Europa, per Conte infatti la sfida non meno prioritaria del completamento dell’Unione economica e monetaria soprattutto in una fase in cui le tensioni commerciali globali mettono a rischio la congiuntura economica europea. Vi è tutto chiaro? Ma ascoltate quanto ho appena scritto dalle vive parole di Conte:

Vi dico ormai molto tempo, l’ho scritto anche con largo anticipo nel mio ultimo libro, che l’ultima funzione dell’austerità sarebbe stata quella di sparire in cambio delle ultime, definitive cessioni della nostra sovranità nazionale. D’altronde essa era per definizione un mezzo per raggiungere un fine, come confessò lo stesso Mario Monti le crisi e le gravi crisi sono lo strumento per vincere il senso di appartenenza nazionale dei popoli europei e fargli accettare ulteriori cessioni di sovranità.  Tutto secondo copione. La retorica buonista non deve ingannare, neppure se Conte fosse in buona fede e credesse davvero in ciò che dice, poiché cedere sovranità resta sic et simpliciter un atto eversivo a prescindere dalle motivazioni per cui si attua tale scelta. La forma Repubblicana è definitiva (art. 139 Cost.) e la sovranità sul territorio italiano avrebbe dovuto appartenere esclusivamente al popolo che qui vive.

Oggi siamo in difficoltà davanti al potere economico globale non perché non abbiamo ceduto tutta la sovranità, come desidera fare Conte e il suo imbarazzante governo, ma perché abbiamo già ceduto sovranità decisive per il controllo dei mercati e dell’economia, ovvero quelle sovranità economiche e monetarie senza le quali siamo e saremo eternamente ricattabili su ogni scelta. Si confonde il problema con la sua soluzione. E si va esattamente laddove il grande potere economico voleva mandarci. Ricordate che anche cambiata l’Europa la Banca Centrale resterà indipendente e sarà solo lei a decidere sovranamente quali leggi potremmo approvare e quali no.

Purtroppo la fine è vicina e il popolo è stato completamente circuito da questa falsa opposizione che dopo aver preso consenso dicendo di volersi opporre all’UE, ci sta traghettando dritti verso l’incubo degli Stati Uniti d’Europa. Il tutto con la complicità imbarazzante dei principali ex intellettuali no euro, che alla fine hanno preferito notorietà, soldi e fama alla coerenza e agli ideali.

Avv. Marco Mori – CasaPound Italia – autore de “La morte della Repubblica”, edito Altaforte Edizioni. Seguitemi anche iscrivendovi al mio canale you tube.